30/09/08

Blitz contro il clan Schiavone: 107 arresti. Ottimo, ma non bisogna fermarsi.

Tre sintetiche riflessioni in merito alla brillante operazione di polizia che ha portato all'arresto di ben 107 camorristi affiliati al Clan Schiavone.

1) Lo stato non può rispondere sempre solo dopo episodi di cronaca eclatanti come la strage di Castelvolturno. La camorra spara quando è in cerca di nuovi equilibri, ma è ben più pericolosa quando è silente.

2) E' necessario tagliare le braccia operative dei clan puntando anche sulla manovalanza che fa il lavoro sporco. Non va dimenticato, infatti, che - benchè Francesco Schiavone sia in carcere - il suo clan riesce ugualmente ad imporsi sul territorio. In particolare su quello casertano e ciociaro.

3) Ora tocca alla magistratura: troppo spesso brillanti operazioni di polizia sono state vanificate da un sistema penale faragginoso e impallato. Servono i processi e, soprattutto, le condanne.

Il regista Spike Lee accusa: i partigiani erano solo dei vigliacchi.


Spike Lee, registra afroamericano e di note simpatie progressiste, presentando il suo ultimo film, ha dichiarato: «I partigiani non erano amati, dopo le imboscate fuggivano e si nascondevano sulle montagne lasciando i civili alle reazioni dei tedeschi. Io non ho inventato nulla, fu Kesselring a concepire il principio della decimazione».

Ora si attende l'affondo decisivo del campione dell'ortodossia antifascista Gianfranco Fini.

Spike Lee non può certo sottrarsi alla reprimenda del presidente della camera ardente.

26/09/08

Vulesse Addeventare nu Brigante

Vulesse addeventare suricillo/ pé li rusecàre sti caténe/ cà m’astrigneno lu péde/e ca me fànno schiavo. [...]
Vulesse addeventare na tamorra/ pé scetare a tùtta chella génte/cà nun ha capito niénte/e ce stà a guardàre.

Il Giuramento dei Briganti.
"Noi giuriamo davanti a Dio e dinanzi al mondo intiero di essere fedeli al nostri augustissimo e religiosissimo sovrano Francesco II (che Dio guardi sempre);
e promettiamo di concorrere con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze al suo ritorno nel regno; di obbedire ciecamente a tutti i suoi ordini, a tutti i comandi che verranno sia direttamente, sia per i suoi delegati dal comitato centrale residente a Roma.
Noi giuriamo di conservare il segreto, affinchè la giusta causa voluta da Dio, che è il regolatore de' sovrani, trionfi col ritorno di Francesco II, re per la grazia di Dio, difensore della religione, e figlio affezionatissimo del nostro Santo Padre Pio IX, che lo custodisce nelle sue braccia per non lasciarlo cadere nelle mani degli increduli, dei perversi, e dei pretesi liberali; i quali hanno per principio la distruzione della religione, dopo aver scacciato il nostro amatissimo sovrano dal trono dei suoi antenati,
Noi promettiamo anche coll'aiuto di Dio di rivendicare tutti i diritti della Santa Sede e di
abbattere il lucifero infernale Vittorio Emanuele e i suoi complici.
Noi lo promettiamo e lo giuriamo".

25/09/08

Napoli: cacciare i parcheggiatori abusivi, costruire parcheggi.

Il nuovo comandante dei vigili urbani di Napoli SEMENTA, diversamente dal mai rimpianto predecessore Schettini, ha capito che bisogna mandare i vigili in strada, da tempo diventati fantasmi nel capoluogo. Con la stessa risolutezza, sta identificando e sgombrando i parcheggiatori abusivi, che, piazzati dalla camorra, guadagnano approssimamente anche sui 15mila euro al mese (quasi la metà di un parlamentare, ohibò!). Appare, tuttavia, iniquo perseguire - come è accaduto a 28 avvocati nei pressi del tribunale - con una denuncia per favoreggiamento, gli automobilisti che sono costretti ad affidarare il proprio veicolo agli abusivi. Prima, infatti, sarebbe necessario costruire dei parcheggi, laddove nel rettifilo e dintorni esiste solo quello di via Brin che risulta assolutamente insufficiente.

Slitta il processo a Bassolino: e dov'è la notizia?

I giornali non ne parlano, l'opposizione non se ne interessa, l'opinione pubblica è ignara e tutto va secondo i piani per il probo Bassolino. In un video del 18 agosto avevo già spiegato perchè, come tutte le precedenti, sarebbe silittata anche l'udienza fissata il 24 settembre: il presidente del collegio Giovanni Fragola Rabuano è stato nominato presidente del tribunale di Nola e deve lasciare il processo che, di fatto, sarà azzerato. E' solo l'ultimo atto di una farsa iniziata con il trasferimento del GUP senza la nomina del sostituto e che continua a trascinarsi inutilmente.

FORZA BASSOLINO, fai bene a dichiare che lascerai la Campania solo a fine mandato: non puoi lasciare l'opera a metà. Fino ad ora, grazie a te, noi Campani dovremo pagare debiti per i prossimi 30 anni. Vedrai che, con un po' di buona volontà, possiamo arrivare anche a 60.

Dai, fai un altro colpo grosso. Tanto, qualsiasi reato tu possa commettere, non sarai mai processato.

E chi lo ammazza uno come te...

24/09/08

Il governo pensi alla Salerno-Reggio e non alle autostrade della Libia.


Quando il sottosegretario leghista alle Infrastrutture ROBERTO CASTELLI ha proposto che anche al Sud si paghino i pedaggi autostradali, ho sperato che - finalmente - il governo si sarebbe attivato per realizzarle le autostrade.

Poi ho capito che per Castelli - che pure è un buon politico, uno dei migliori in casa Lega - il Sud è un'entità astratta e indefinita comprendente tutto ciò che è esterno alla Val Brembana e alla linea Gotica, visto che l'Italia ha deciso di raddoppiare la via balbia (da Italo Balbo, governatore della Tripolitania e della Cirenaica che proprio libico non era), realizzata durante il fascismo, per far dimenticare al colonnello Gheddafi "i soprusi" degli ex colonialisti. L'investimento si aggira tra i 3 e 6 miliardi di euro e mira a raddoppiare la strada litoranea che va dal confine tunisino a quello egiziano. E' l'ennesimo affronto ai nostri concittadini che in Libia hanno portato richezza ma che sono stati cacciati con la confisca dei beni, oltre che una mistificazione della storia. Infatti, tutte le infrastrutture che ha, la Libia le deve ai colonizzatori italiani. Tanto è vero, ad esempio, che Tripoli è la fotocopia dell'Eur di Roma.
E', tuttavia, anche l'ennesima disattenzione nei confronti dell'ex regno delle due Sicilie. In Sicilia sia il trasporto su ferro che quello su strada fa davvero schifo, non esistendo infatti vie di collegamento decenti nemmeno tra le città principali (pensiamo alla Messina-Catania). Lo stesso si consideri per la statale ionica o la Taranto-Bari. E', tuttavia, la Salerno-Reggio Calabria il vero dramma, un percorso ad ostacoli - guai a chiamarla autostrada - praticamente ad una corsia che, tra svincoli, ingorghi e curve assurde, impone alla meglio 9 ore da Salerno a Reggio. Si tratta di una rete stradale, in cui in certi punti il limite è di 30 km/h, su cui polici e mafiosi mangiano da quarant'anni. Giacomo MANCINI, l'ex ministro socialista, impose addirittura che passasse per Cosenza, la città che gli diede i natali e che però sorge proprio sull'appennino.

In sintesi, alla luce di quanto riportato, la proposta di Castelli di far pagare il pedaggio ai meridionali è di buon senso, ma a patto che si costruiscano delle autostrade possibilmente.

O dobbiamo sperare che, come alla Libia, anche all'ex Regno duosiciliano sia riconosciuto lo speciale status di colonia per avere infrastrutture decenti?

Per ulteriori ragguagli storici chiedere ai Piemontesi.


Nel video un'ottima sintesi di quanto si farà in Libia.
Qui i numeri della Salerno-Reggio:
- 11 gli anni impiegati per costruirla (dal 1963 al 1974)
- Il costo è di 5,6 milioni di euro a chilometro
- Per ammodernarla serviranno 14 anni (dal 1998 al 2012)
- Si spenderanno 20,3 milioni a chilometro
Per 443 chilometri di tracciato sono state costruite una cinquantina di uscite (circa una ogni 8,86 chilometri
).

22/09/08

Romanista accoltella un tifoso: ora chiudete l'Olimpico

Il giudice sportivo Tosel ha motivato l'adozione del provvedimento di chiusura per 4 giornate (poi ridotte a 3) delle curve A e B del San Paolo con i petardi che gli ultras del Napoli avrebbero fatto esplodere allo stadio Olimpico di Roma.

Ora, nella scorsa giornata, un tifoso romanista - già noto alle forze dell'ordine e destinatario di DASPO - ne ha accoltellato uno della Reggina. Il fatto criminoso è ben più grave dell'esplosione di qualche petardo e ha già un precedente in questo campionato: infatti, già in occasione di Roma-Napoli, un tifoso partenopeo era stato accoltellato da un romanista.

E' di tutta evidenza che c'è un problema di ordine pubblico allo stadio Olimpico di Roma ed è, a questo punto, necessario tenere fermi i propositi espressi con il Napoli e squalificare lo stadio della Roma per qualche giornata.

I lettori maliziosi penseranno che chi scrive non aspettava altro per togliersi qualche sassolino, ma capirete bene che - anche in virtù del silenzio omertoso dei media sull'episodio - i sospetti di complotto contro DE LAURENTIIS aumentano.

Tanto più che, se non fossero adottati dei provvedimenti adeguati e proporzionati contro la Roma, dovremmo concludere che il governo e gli organi di giustizia sportiva mancano di serietà.

Il giudice Tosel sarà sicuramente d'accordo con questa considerazione.
O dobbiamo credere che solo il Napoli va punito perchè la legge sarà pure eguale per tutti, ma il Napoli è sempre più eguale di tutti gli altri?

Castelvolturno: bene i militari, ma serve altro.

Va ammesso che Maroni, nonostante qualche sbavatura, si sta comportando bene e si sta attivando per ripristinare l'ordine pubblico al Sud. Tuttavia, inviare nuovi poliziotti ed, eventualmente, i mitari a Castelvolturno risulterà utile ma non sarà una mossa risolutiva per il problema.

Le forze dell'ordine hanno ben presente la mappa dei criminali in attività, ma hanno le mani legate perchè manca la volontà politica di muoversi. I criminali muovono voti e gli eletti di ogni istituzione non vogliono certo perdere il loro bacino.

La democrazia è un lusso che non tutti possono permettersi, laddove delle minoranze organizzate riescono a prevalere. Per questo motivo, sarebbe indispensabile commissariare i comuni della baia domitiana oltre alla regione.

20/09/08

Viaggio nel litorale domitio tra camorra e extracomunitari.


(L'ispettore Coliandro al ristorante cinese.)


Ingrata patria non avrai le mie ossa! Fu pronunciando questa frase che Publio Cornelio Scipione l'Africano, il generale che a Zama aveva sconfitto Cartagine, lasciò Roma per la sua villa di Liternum, frazione che oggi appartiene all'immenso territorio della popolosa Giugliano e da non confondere con la vicina villa Literno. E' qui che finiscono i leggendari campi Flegrei (Pozzuoli, Baia, Bacoli, Cuma, capo Miseno, il lago D'Averno e del Fusaro) e inizia, ta la provincia di Napoli e quella di Caserta, il litorale domitio.

Chilometri e chilometri di spiagge assecondano i campi coltivati tra un paese e l'altro. A lago Patria si allenano i più forti canottieri della nazionale che arrivano ogni giorno dai circoli di Napoli, anche se ora Davide TIZZANO, l'ex campionissimo, si dedica di più alla vela a bordo di "Mascalzone Latino".
Ogni paese ha le sue chicche. Certo, non come i campi Flegrei; ma anche il litorale domitio sa difendersi con i reperti archeologici di Literno e le bellissime Chiese romaniche di Sessa Aurunca.

A Castelvolturno, paese in cui si allena da quattro anni il Napoli calcio, sorge Villaggio Coppola. Per costruire questo ecomostro - esteso su una superficie di ben 48 km2 tra abitazioni, alberghi, Chiese, centri congresso, caserme, piscine, uffici e parchi gioco - non è servita nessuna concessione edilizia o autorizzazione paesaggistica, ma solo tanto cattivo gusto. Miracoli di un Sud che sa trasformare la bellezza in orrore.

Da Mondragone viene l'ex ministro delle Comunicazioni il finiano MARIO LANDOLFI, politico distratto cresciuto nello stesso palazzo di un camorrista ma che sostiene di non conoscere. Nel 2007 l'imprenditore Michele Orsi lo ha accusato di aver pilotato diverse assunzioni nella nettezza urbana del comune di Mondragone. Nulla di grave rispetto a ciò che fanno gli altri politici campani ma Landolfi è comunque stato indagato con l'accusa di corruzione e truffa, con l'aggravante di aver agevolato il clan La Torre, lo stesso del vicino che non conosce. Michele Orsi poi, anche perchè non aveva la scorta in quanto non ancora "collaboratore", è stato freddato a Casal di Principe lo scorso giugno. Sono i casi della vita, capita. Fatto sta che ora Landolfi è a processo senza il suo accusatore ed è un fastidio.

Negli ultimi 15 anni l'immigrazione - soprattutto dall'Africa - ha totalmente cambiato la qualità della vita nella zona. La camorra, infatti, ha trovato nuova manovalanza a basso costo per intensificare le sue attività nella prostituzione, nello spaccio di droga e nel capolarato. La convivenza tra immigrati e cittadini comuni si è fatta nel tempo sempre più complicata, tanto più che ultimamente bande di immigrati decidono di mettersi in proprio e i Casalesi, insofferenti verso chi non chiede nessuna autorizzazione, le freddano.
Vanno lette sotto questa ottica le pagine di cronaca nera che negli ultimi giorni hanno interessato Castelvolturno: il rischio d'impresa è nel gioco.

Solo la camorra decide chi può muoversi ed entro quali spazi sul mercato. Tanto più che ieri, dopo il raid punitivo nel quale sono stati uccisi sei spacciatori africani, è stato ammazzato anche il fratello di un affiliato ai Casalesi.

Un delitto difficile da interpretare e che non si comprende se legato o meno all'alla strage del giorno prima. Quel che è certo è che i Casalesi vogliono ristabilire l'ordine e punire gli insubordinati per non rischiare di perdere quote di mercato. Intanto la situazione si fa sempre più frizzante, visto che i cittadini campani - ormai minoranza tra gli immigrati - sono sempre più esasperati per una criminalità diffusa e uno stato italiano che continua a guardare passivamente.

Ubi camorra minor cessat.

19/09/08

San Gennà, e jamm' bell'!


("Se io fossi San Gennaro", capolavoro di Federico Salvatore.)


Anche quest'anno San Gennaro ha fatto presto e stamane in Duomo, già prima delle 10, il miracolo della liquefazione del sangue si è ripetuto. Non si è fatto attendere perchè, secondo lui, i napoletani si sono comportati bene. Per me è segno che sta iniziando a farsi troppo vecchiarello e perde colpi. Ultimamente è sempre più distratto e si fa sfuggire diverse cosucce. Un po' "ci fa" per pigrizia, è vero, ma rimane pur sempre, da patrono di Napoli e delle due Sicilie, un grande santo ed è solo a lui che posso chiedere di intercedere ai piani alti per ridare la libertà al suo popolo. A quel popolo che oggi è ostaggio di criminali, politici corrotti e forestieri.

E jamm' bell', Gennà.
Datti una mossa.



"E' percio' che mi accaloro coi politici nascosti
Perche' solamente loro sono i veri camorristi
A cui Napoli da sempre ha pagato la tangente
E qualcuno l'ha incassata con il sangue della gente

E per certi culi grossi il traguardo e' la poltrona
E per noi poveri fessi basta solo un Maradona
E il miracolo richiesto di quel sangue rosso chiaro
Lo sa solo Gesu' Cristo che quel sangue e' sangue amaro

E nessuno dice basta per il culto della festa
E di Napoli che resta sotto gli occhi del turista
Via i vecchi marciapiedi che hanno raccontato molto
Pietre laviche e lastroni seppelliamoli d'asfalto...
...l'APPALTO"

Confermato: Israele usava la Georgia come base di attacco all’Iran

«In base ad un accordo segreto fra Israele e Georgia, due campi d’aviazione militari nella Georgia meridionale erano stati assegnati ai bombardieri israeliani per un attacco preventivo contro le installazioni nucleari dell’Iran. Ciò riduce notevolmente la distanza che i caccia-bombardieri devono coprire per raggiungere i loro bersagli in Iran».

Stavolta a scriverlo nero su bianco non è un complottista marginale. E’ Arnaud De Borchgrave, storico direttore del Washington Times ed ora, in tarda età, «editor-at-large» (ossia direttore non esecutivo, ma libero commentatore) dell’agenzia internazionale UPI. Un personaggio con ottimi agganci con servizi segreti, in primo luogo francesi.

Ora egli conferma tutto ciò che abbiamo detto in questo sito: Israele ha addestrato ed armato i georgiani, e si è fatta pagare (in parte) facendosi concedere due basi militari avanzate contro Teheran. S’intende che i caccia-bombardieri israeliani, per raggiungere le loro basi in Georgia, avrebbero dovuto «sorvolare lo spazio aereo della Turchia».

«L’attacco ordinato da Saakashvili contro il Sud-Ossezia la notte del 7 agosto», aggiunge De Borchgrave, «ha dato ai russi il pretesto per ordinare alle sue forze speciali di fare incursione in queste basi isrealiane, dove si dice che sono stati catturati diversi droni israeliani. E’ dubbio che l’IAF (Israeli Air Force) possa ancora contare su queste basi», dice sardonico.

Al pubblico americano, De Borchgrave rivela diversi particolari già noti:

Che il «ministro della Difesa georgiana Davit Kezerashvili è un ex-israeliano che si è trasferito per facilitare le vendite di armi israeliane con l’aiuto degli USA».

Che «il primo ministro Vladimir Gurgenidze», prima dell’attacco, «ha fatto una telefonata in Israele per chiedere una benedizione speciale al più importante rabbino degli haredim, rabbi Aaron Leib Steinman».

Che «da Israele arriva il maggiore Roni Milo, ex ministro e sindaco di Tel Aviv, con suo fratello Shlomo, in qualità di rappresentanti della Elbit Systems, e delle Israeli Military Industries». Sono i droni fabbricati dalla Elbit ad «aver condotto i voli di ricognizione nella Russia meridionale, e anche nel vicino Iran».

Che il «ministro georgiano Temur Yakobashvili - un ebreo secondo Haaretz - si è fatto intervistare dalla radio dell’armata israeliana per vantarsi», alquanto improbabilmente, che «un piccolo gruppo dei nostri uomini sono stati capaci di spazzar via una intera divisione russa, grazie all’addestramento israeliano».

Il generale Anatoly Nogovitsyn, vice-capo di Stato Maggiore russo, ha infatti confermato in una conferenza-stampa a Mosca che l’aiuto israeliano alla Georgia comprendeva «otto tipi di veicoli militari, esplosivi, mine ed esplosivi speciali per pulire i campi minati», e in più «un numero di istruttori israeliani distaccati presso la milizia georgiana valutato tra i 100 e i mille. Oltre ai 110 militari USA impegnati nell’addestramento in Georgia».

De Borchgrave ricorda che a luglio era avvenuta l’esercitazione USA-georgiana «Immediate Response 2008», durante la quale «2000 soldati USA erano stati trasportati in Georgia», lasciando capire che tale esercitazione serviva a preparare, e a mascherare, l’attacco a sorpresa al Sud Ossezia.

Invece la sorpresa l’hanno fatta i russi. Perchè - e qui De Borchgrave fornisce informazioni molto interessanti, di sue fonti - agenti doppi russi, «che in apparenza lavorano per i georgiani», hanno riferito a chi di dovere delle «fantasie militariste dell’impetuoso Saakashvili»; d’altra parte, gli Stati Uniti non avevano sufficiente «capacità di spionaggio satellitare, già stra-impegnato nelle guerre in Iraq e Afghanistan».

Sicchè nè gli uni nè gli altri «si sono accorti che le forze russe erano pronte ad una risposta immediata e massiccia all’attacco in Sud-Ossezia, che Mosca sapeva (in anticipo) imminente».

Quando poi la sorpresa si è trasformata in rotta, l’ambasciatore georgiano a Gerusalemme ha chiesto disperatamente di «far pressione su Mosca». Ottenendo la seguente risposta: «L’indirizzo per questo tipo di pressioni è Washington». Che, come sappiamo, esegue. Israele, a quel punto, era allarmatissima di non guastarsi del tutto con Mosca: la Russia può creargli molti guai, fornendo armamento all’Iran, alla Siria, a Hezbollah.

Il fatto è, conclude sarcastico De Borchgrave, che Saakashvili era convinto che gli USA l’avrebbero sostenuto totalmente nella sua guerricciola, correndo in suo aiuto contro la Russia, come «se la Georgia fosse l’Israele del Caucaso». Ovviamente gli USA non hanno potuto fare altro che qualche borborigmo minaccioso, e qualche provocazione inutile, come mandare aiuti «umanitari» ai georgiani su navi da guerra. Ottenendo anche qui una mezza umiliazione.

La Turchia, che controlla lo stretto del Bosforo, ha rifiutato il passaggio di navi da guerra americane di grande tonnellaggio nel Mar Nero, come ha il diritto di fare in base alla Convenzione di Montreux, un trattato internazionale del 1936. Il che conferma perchè la Turchia «non merita» di entrare nella UE: ha troppa dignità, troppo senso del proprio interesse nazionale, per entrare in questa conigliaia di servi spaventati di Israele.

Un collega, ottima fonte, mi dice che anche la UE ha finanziato l’armamento della Georgia, attraverso denari etichettati come «fondi per lo sviluppo». Naturalmente è una notizia incontrollabile per principio, dati i labirinti del bilancio eurocratico, dove la pratica di nascondere le voci sotto altre voci è una forma d’arte. Ma è del tutto credibile.

Il che spiega perchè le truppe russe non hanno fretta di lasciare la Georgia. E perchè la UE ha alzato il ditino moralistico contro Mosca, ma per poi farle sapere (dopo consultazioni sottobanco) che non la isolerà nè eleverà sanzioni contro la Russia; annuncio che è stato accolto a Mosca con sardonica soddisfazione. Perchè tutti capiscono che le sanzioni, sono loro che le possono applicare a noi, tagliandoci il petrolio in inverno.

Così abbiamo fatto anche questa figura: dei deboli ridicoli e doppiogiochisti, per non aver avuto il coraggio di affermare che la ragione stava dalla parte di Putin, e che Israele e gli americani devono smettere di provocare e intrigare «out of area», mettendo in pericolo il mondo.

Forse siamo noi che dovremmo chiedere l’entrata nella Turchia...

18/09/08

Cancellare ogni via dedicata al brigante Garibaldi si può.

Nessuna città del Sud dovrebbe avere una strada intitolata a Garibaldi, invece in fin troppe compare il nome del ladro di cavalli senza un orecchio. Ora il sindaco di Capo D'Orlando ha, finalmente, voluto rompere ogni indugio e intervenire direttamente sulla toponomastica del paese che amministra. Dovrebbe essere imitato.

11/09/08

Partito Bassolinista


Purtroppo per gli stonati come me non c'è alcuna speranza, ma tanto è solo un esperimento.

08/09/08

Roma-Napoli, dal giudice sportivo Tosel una mano alla camorra.

Il giudice sportivo Tosel se n'è inventata un'altra delle sue. Infatti, per motivare la sua decisione, prima ha premesso che “esula dai limiti funzionali di questo Giudice ogni valutazione in merito a fatti altrove verificatisi", poi, non sapendo che inventarsi, ha motivato il provvedimento della chiusura delle curve A e B del San Paolo fino al 31 ottobre con qualche petardo fatto esplodere dagli ultras azzurri all'Olimpico di Roma. In pratica Tosel ha ammesso di non avere giurisdizione per gli eventuali danni causati alla stazione Termini dai supporters azzurri che tanto hanno fatto parlare ma che sono tutti da valutare in sede civile e penale, ma poi si è dimostrato oltremodo punitivo con un provvedimento assolutamente sproporzionato rispetto ai fatti riportati.

Non c'è, infatti, tifoseria che non faccia esplodere petardi; quindi, usando lo stesso metro di giudizio adottato da Tosel per il Napoli (e solo per il Napoli), quasi ogni partita dovrebbe giocarsi a porte chiuse. Tanto più che domenica scorsa Torinisti e Leccesi si sono scannati, ma non risulta l'adozione di un provvedimento restrittivo di accesso allo stadio. E che dire poi degli Interisti a Genoa con la Samp? In campo non sono certo mancati petardi, tricchetracche e castagnole; durante il viaggio di ritorno, tra l'altro, sono stati saccheggiati due autogril.

C'è poi da riflettere su un punto in particolare: se tutti i tifosi azzurri presenti alla trasferta di Roma sono stati individuati, al punto che si è fatta la percentuale dei pregiudicati presenti, perchè non si esperisce azione direttamente contro costoro visto che in Italia la responsabilità penale è personale?

Con quale criterio si puniscono 35mila persone per qualche gabinetto del Treno distrutto da una decina di incontinenti?

In realtà, con questo provvedimento che per il diritto fa acqua da tutte le parti, sembra che il recidivo Tosel abbia voluto fornire una brillante idea ai malviventi che in futuro vorranno estorcere danaro alla società calcio Napoli. Se basta un gabinetto per inibire l'accesso a decine di migliaia di tifosi con conseguente lucro cessante per la società calcio Napoli, è ovvio che la prossima volta quest'ultima potrebbe cedere ai ricatti di teppisti organizzati.

Non è un caso che il presidente De Laurentiis, amareggiato, abbia dichiarato di essere pronto a mollare e che l'allenatore Edy Reja voglia abbandonare il calcio in polemica con i vertici del palazzo.

Si è trattato di un vero e proprio complotto contro il Napoli calcio e la città di Napoli. Un complotto che non può essere tollerato e al quale bisogna reagire con decisione.


P.S. Mi è capitato di leggere le dichiarazioni di circostanza dei soliti politicanti, persino di gente come Bassolino, Mastella, Villari e Di Palma che non dovrebbero parlare o farsi vedere a prescindere tanto sono cacofonici, repellenti e imberbi. Tal Gentile del PdL, che io sinceramente non so chi sia, invita persino Tosel a dimettersi. Personalmente credo che tali sedicenti politici tifosi siano più pericolosi degli hooligans e ledano l'immagine del calcio Napoli più di questi ultimi. Bassolino poi, che di giustizia se ne intende tanto, dovrebbe pensare ai suoi di processi. Magari non sottraendosi.

Una vita su due ruote.


È stato ucciso da un’auto pirata lungo una strada della Grecia, mentre era in sella alla sua adorata bicicletta. È morto così, lo scorso 23 agosto, Ian Hibell, il leggendario cicloturista inglese, che ha passato gli ultimi 40 anni della sua vita a pedalare in giro per il mondo (copriva 6.000 miglia, quasi 10.000 km, l’anno), stabilendo diversi record (si dice sia stato il primo non motorizzato a passare dall’Atraro colombiano al Darien Gap di Panama durante la TransAmerica) e raccontando le sue avventure nel libro «Into the Remote Places», considerato la bibbia per gli amanti del turismo su due ruote.

Pioniere dei viaggi sulle due ruote in zone quasi ancora inesplorate come l’Antartide e l’Amazzonia, ma anche il deserto del Sahara, famoso nelle isole del Borneo e ben accetto da molte tribù africane, Hibell aveva scoperto la bicicletta durante gli anni Cinquanta, quando era nella RAF, ma era stato nel 1963 che aveva deciso di trasformare la sua passione in qualcosa di duraturo. Così aveva lascato un lavoro sicuro da impiegato a Brixham, nel Devon, per prendersi due anni sabbatici e mettersi a girare il mondo in sella alla sua bici. Ritornò dieci anni dopo, senza più un impiego ma con un bagaglio di esperienze e racconti che lo hanno trasformato in un’autentica leggenda.

Una volta Hibell disse: «Spesso un uccello vola verso qualche posto che lo attira. Non so perché lo faccia, ma lo fa comunque». Una frase che divenne la sua filosofia di vita e che lo ha accompagnato anche su quella strada di Grecia dove un’auto assassina ha messo fine ai suoi sogni di libertà.

07/09/08

Napoli sotto zero

Certo, il dramma dei rifiuti ha causato ingenti danni anche economici a Napoli, ma mai quanto la presenza di Bassolino, il quale, peraltro, sul tema della spazzatura è il più titolato in circolazione. Nel 2008 la Campania non è cresciuta affatto, anzi, risulta al collasso. Se Salerno almeno è cresciuta dell'1%, Napoli registra uno 0,3%di segno negativo. Un numero che indubbiamente dovrebbe far riflettere e dal quale scaturirebbero numerose polemiche politiche se solo in questa regione esistesse un sano confronto politico. I risultati dell'Afragolese, da 40 anni in consiglio regionale e da venti dittatore, sono tutti qui: lui e la sua cricca di associati si sono arricchiti, la Campania - invece - è una regione distrutta.

05/09/08

Le indagini smentiscono Maroni.

Le prime indagini relative alla trasferta degli ultras del Napoli a Roma hanno smentito il ministro Maroni. Al contrario risultano confermate tutte le impressioni esposte su questo blog: cioè che Trenitalia è gravemente responsabile per quanto avvenuto; che la maggior parte dei viaggiatori era in possesso del biglietto ma i convogli erano insufficienti; che il questore di Napoli Puglisi e il Prefetto Pansa risultano immuni da qualsiasi responsabilità; che il Viminale non ha tenuto conto colposamente della pericolosità della trasferta; che la camorra non c'entra nulla.

03/09/08

La sceneggiata padana di Maroni.



Vogliono prendere due piccioni con una fava.

Agli ultras presenti alla stazione Termini sarà contestato il reato di associazione per delinquere, ma tutto si risolverà in una bolla di sapone senza conseguenze. Infatti, provare questa fattispecie di reato nel contesto in cui si sarebbe consumata, è praticamente impossibile. Esattamente come fu per l'aggravante del terrorismo contestata ai romanisti e ai laziali che assaltarono una caserma l'anno scorso. Tanto più che stiamo assistendo ad una vera e propria montatura mediatica, perchè non è successo nulla di inusuale rispetto ad altre domeniche di calcio.

Cosicchè ad essere nel mirino sarà una delle società sportive più pulite, corrette e moderne del nostro panorama calcistico, l'unica in cui i contratti vengono ancora stipulati con una stretta di mano e i giocatori ingaggiati solo se attaccati alla maglia.

Aurelio De Laurentiis, commentando la partita contro la Roma, aveva lodato la squadra per la prestazione e si era detto dispiaciuto per i tifosi fatti arrivare in ritardo.

Queste dichiarazioni erano state rilasciate prima che il presidente del Napoli venisse a conoscenza dei fatti della stazione. Tuttavia i media non hanno esitato a riprenderle, strumentalizzandole a regola d'arte, per attaccare la società.

Addirittura, alla presenza del ministro dell'Interno, si è insinuato - in una nota trasmissione di approfondimento giornalistico di rai3 - che De Laurentiis abbia cooperato con gruppi paracamorristici. Ora, a parte il fatto che il giornalista che ha pronunciato queste parole andrebbe querelato subito, stupisce l'accanimento di Maroni solo contro il Napoli.

Infatti, benchè tutti i sindacati di polizia chiedano che siano impedite le trasferte organizzate dei tifosi di tutte le squadre, il ministro della sinistra leghista si ostina a prendersela con il Napoli addirittura minacciando, non si sa con quale nesso di causalità, partite a porte chiuse al San Paolo. Laddove a Napoli non esistono partite a rischio se non altro perchè gli ultras ospiti non hanno l'ardire di far caciara. Intanto, per ora, i biglietti per il match contro la Fiorentina non sono in vendita.

Se partita a rischio c'era, questa era proprio Roma-Napoli, ma l'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive del Viminale ha concesso - inspiegabilmente - la trasferta ai tifosi ospiti. Pertanto Maroni, piuttosto che inviare gli ispettori presso la prefettura e la questura di Napoli, dovrebbe guardare all'interno del dicastero che comanda e non scaricare le responsabilità del Viminale altrove. Il prefetto Pansa e il questore Puglisi saranno sicuramente d'accordo.

Intanto Maroni la smetta di recitare la sceneggiata padana.
Tempo due mesi e tutte le imputazioni penali contro gli ultras cadranno.

Quanto scommettete?

Magari i benpensanti, scendendo dal pero, se la prenderanno al solito con la magistratura ignorando che il problema è di natura tecnica, ma la sostanza non muterà.

Se, in occasione di Italia '90, avessero costruito stadi moderni, invece che papparsi soldi ad libitum, magari oggi non avremmo il problema del tifo violento.

02/09/08

Maroni usa gli ultras per punire il Questore.


Un lettore ha suggerito di lasciare che gli ultras si scannino tra loro. E' sicuramente un'idea che permetterebbe, tra l'altro, di impiegare in altro modo gli agenti che, settimanalmente, vengono messi a fare da balia agli scalmanati; ma che, tuttavia, è destinata a rimanere puro sfogo di efficacia pari alle tante chiacchiere che i nostri politici non fanno mai mancare in siffatte occasioni.

Mi duole dover scrivere, per l'ennesima volta, di ultras, ma - davanti a tanta ipocrisia - è bene chiarire quanto è davvero avvenuto. Delle responsabilità indubbie di Trenitalia è stato già scritto, ora insinuerò capziosamente che i disordini della stazione Termini sono stati voluti e preparati (a proposito, un inciso, Veltroni non aveva promesso che sarebbe stata intitolata a Giovanni Paolo II?).

Prima, però, intendo specificare che domenica non è successo nulla di eccedente l'ordinaria amministrazione sul piano degli incidenti. Anzi, quanto si è verificato sull'intercity Roma-Napoli si rivive su tutti i treni che ospitano tifosi in trasferta. Semmai, se questa volta la situazione è implosa, va sottolineato che, per un comportamento colposo di Trenitalia già commentato, si era creato un sopraffollamento non più gestibile. Per questo motivo scrivo che i disordini sono stati voluti e agli ultras, fessi, è stata tesa una trappola per liberarsene per tutto il campionato. A confermare tale tesi la constatazione che, sempre durante la scorsa giornata di campionato, gli ultras interisti hanno saccheggiato degli autogrill, ma nessuno ne ha parlato.

Quegli ultras (di Napoli, Roma, Lazio, Salernitana...) con cui mi è capitato di parlare non hanno mai esitato a vantarsi delle loro scorribande in giro per l'Italia. Mi riferisco a negozi saccheggiati, a veri e propri sequestri di persona, a danneggiamenti, minacce e, chi più ne ha, più ne metta.

E' questa una situazione, ormai tutta italiana, che si verifica ogni maledetta domenica e sulla quale i media si soffermano solo quando non hanno altre notizie da proporre.

Ora, lungi dal volere esporre una difesa degli ultras, è bene soffermarsi sul vero obiettivo delle polemiche: il ministro degli Interni, uno che nella tasca della giacca non fa mai mancare un fazzoletto verde per ricordarci di essere un esponente della sinistra leghista, vuole mettere sotto torchio il Questore di Napoli Puglisi. Quest'ultimo, che ha sostituito solo lo scorso gennaio il settentrionale e francamente inadeguato Oscar Fiorolli, è uomo nato e cresciuto professionalmente al Sud che sa come funzionano certe dinamiche. Sa che espellere in blocco gli esagitati dallo stadio significherebbe farli riversare in strada e, per questo motivo, alla politica delle diffide a pioggia, ha sempre preferito la mediazione con i capi. Sa che - vuoi per la voglia di riscatto sociale, vuoi per la disoccupazione - il mondo ultras permette agli emarginati di sfogarsi. Dunque cerca il giusto equilibrio tra il contenimento e il ripristino dell'ordine pubblico.

Eppure Maroni, adatto ad occupare il Viminale solo per la parte d'Italia che lo vota, inviando gli ispettori, ha deciso di delegittimare Puglisi. Che poi, se la pericolosità degli ultras è stata sottovalutata, le responsabilità vanno sempre ricondotte alle ferrovie dello stato e a chi, a Roma, ha mandato pochi poliziotti.

E' poi, tra l'altro, assurdo che Maroni voglia colpire la società calcio Napoli che, completamente estranea ad ogni fatto di cronaca, è una delle più corrette in Europa. Chiudere il San Paolo, come pure si ipotizza, quando a Fuorigrotta non ci sono mai stati problemi e i fatti sui quali si discute sono capitati a Roma, comminare pesanti sanzioni alla società e configurare - a volo d'uccello - l'associazione per delinquere a tutti i tremila tifosi a Termini, è assolutamente indecente e intollerabile. Tanto più che la soluzione c'è ed è molto meno eclatante: sciogliere coattivamente gli ultras.

E allora, davanti a questa ottusità ostentata e alla smania di apparire, sorge un dubbio: non è che Maroni sta usando gli ultras per punire la città di Napoli? Se episodi di intemperanza si fossero verificati a Milano - come si verificano - assumerebbe lo stesso parametro chiamando in causa Moratti o Berlusconi?

Le cronache sono ricche di precedenti per valutare la terzeità di un ministro apertamente ostile.

Roma-Napoli, le gravi responsabilità di Trenitalia.

i passeggeri trattati come bestie, l'insufficienza dei convogli, la trappola tesa agli ultras, i fanatici non governabili dai capi: TrenItalia è la prima responsabile di quanto accaduto.

Dispiace, per gli incidenti verificatisi ieri alla stazione Termini, non poter commentare la partita delle due squadre più gagliarde e spettacolari del campionato, ma, che per Roma-Napoli sarebbe successo qualcosa, era ampiamente preventivabile.

A tal punto che non si può sorvolare sulla gravissima disorganizzazione di Trenitalia. Solo una settimana fa, infatti, l'osservatorio per le manifestazioni sportive del Viminale aveva concesso, a sorpresa, ai tifosi ospiti di poter partire per l'Olimpico - laddove un anno fa l'ingresso fu consentito ai soli abbonati - così i gruppi, per preparare la partita, hanno deciso di muoversi in treno.

Una scelta obbligata per una trasferta
difficile come quella di Roma perchè muoversi con mezzi propri avrebbe significato esporsi isolati agli ultras romanisti. Così, anche nel corso della partita infrasettimanale di Uefa, i gruppi organizzati si sono preoccupati di distribuire allo stadio volantini e di esporre uno striscione in curva B per invitare i tifosi a muoversi in massa in treno.

Senonchè solo venerdì TrenItalia - con una comunicato tardivo che non ha consentito di organizzarsi in altro modo - ha reso noto che non ci sarebbero stati treni speciali nè aggiuntivi rispetto a quelli previsti ogni domenica.

Cosicchè la stazione centrale di Napoli è andata in tilt per il sovraffollamento nei convogli e la confusione tra i viaggiatori comuni e gli ultras. Tanto più che, per i controlli necessari delle forze dell'ordine, l'intercity delle 9 è potuto partire da Napoli solo dopo le 12, ossia con oltre TRE ORE di ritardo. Infatti gli ultras sono giunti all'Olimpico solo a secondo tempo abbondantemente iniziato. Al ritorno la situazione è degenerata e l'intercity per Napoli è potuto partire solo a mezzanotte, anche questo con insopportabile ritardo e gravi disagi per i passeggeri comuni.

I capi ultras, nei giorni scorsi, avevano garantito che avrebbero controllato in prima persona l'andamento della trasferta e che avrebbero cacciato immediatamente i più fanatici. I fatti dimostrano che nemmeno i capi ultras hanno il controllo dei gruppi che credono di gestire, è quindi - a questo punto - diventato problematico capire chi siano gli interlocutori per normalizzare la situazione del tifo a Napoli. Temo che questa galassia sia scivolata verso organizzazioni che hanno tutto l'interesse a tenere occupata la polizia per farsi i fatti propri altrove.

Anche se ora tutti coloro che sono andati in trasferta ieri sono sostanzialmente schedati per aver acquistato i biglietti nominali (a proposito, a 28 euro è un furto!) e la polizia, se vuole, può al prossimo sgarro rinviarli in massa al processo per direttissima con diffide a pioggia. A voler essere cattivi, si potrebbe persino insinuare che gli incidenti sono stati voluti alla prima giornata per levarsi di torno, per tutto il campionato, i più fanatici.

Negli ultimi 7 anni, in coincidenza con l'ascesa della curva A, che raccoglie tutti i gruppi più violenti, e nel momento in cui Gennaro Montuori detto Palummella, capoultras della curva B che era riuscito a riunire tutti i gruppi nel segno di un tifo sano e passionale, è stato cacciato, il tifo napoletano ha subito una profonda mutazione. Si disse che Montuori era pagato dalla società per tenere buoni i più esagitati e non so valutare quanto sia vero, ciò che posso scrivere con certezza è solo che con Montuori il tifo napoletano era tra i più belli ma corretti e civili.

Non è un caso che Montuori si sia dimesso da capo nel 2001, proprio una settimana prima del famoso Napoli-Roma in cui Totti segnò un goal contestatissimo di mano e i giallorossi vinsero lo scudetto dando però un'accelerata ad una rivalità già avviatasi anni prima durante una partita giocatasi il giorno di carnevale e in cui gravi furono gli scontri con la polizia. Io quel giorno, avevo 13 anni, lo ricordo perfettamente: la partita in campo ancora si giocava, mentre in curva A le cariche della polizia cercavano di ristabilire l'ordine. Fuori, tra auto e cassonetti bruciati, gli scontri può cruenti che abbia mai visto. Quel giorno segnò, sostanzialmente, la fine di un modo di intendere un tifo per dare ospitalità ad un altro.

Oggi gli ultras del Napoli - ai quali non sono estranei affiliati dei clan camorristici che creano coas a comando - sono, assieme a quelli della A.S. Roma, i più pericolosi in circolazione e i meno controllabili. Se si vuole intervenire sul serio - evitando le sceneggiate del ministro Maroni - o si creano le condizioni per riorganizzare il tifo, o si sciolgono coattivamente i gruppi.

Nel frattempo consiglio ai viaggiatori di attivarsi contro TrenItalia. Innanzittutto hanno diritto al rimborso integrale del biglietto ed è sufficiente che vadano presso le biglietterie della stazione, poi possono tranquillamente esperire azione di risarcimento danni per i pericoli ai quali le ferrovie dello stato li hanno esposti e per i disagi subiti.

01/09/08

Prima scarcera un camorrista, poi litiga con la procura facendo l'antiberlusconiano.

Conchita Sannino da la Repubblica:

"Un aspro botta e risposta tra magistrati. Ed un vecchio focolaio che si riaccende tra l´ufficio della Procura e quello del Giudice per le indagini preliminari, dopo il caso delle scarcerazioni choc di Melito. «Quel provvedimento è un´offesa allo Stato», aveva accusato il procuratore aggiunto, capo della Direzione distrettuale antimafia, Franco Roberti, criticando la decisione del gip Enrico Campoli. E ieri il gip ha inviato la sua replica, venata di collera . «Il dott. Roberti ha perso un´occasione per essere equilibrato».
A provocare lo strappo c´è la decisione con cui il gip, all´esito di un´udienza di convalida, ha rimesso in libertà i due rampolli di camorra, Ferro e Amato, quest´ultimo nipote del boss degli Scissionisti, accusati di avere mosso una folla di cento persone all´assalto dei carabinieri per impedire la propria cattura. Per il pm, la pericolosità sociale dei due indagati andava fronteggiata con la custodia in carcere. Di altro avviso il gip: che li scarcera.

Una mossa che scatena reazioni di "sdegno" e "avvilimento". Insorgono da schieramenti opposti l´Idv e la Destra. Il segretario di An, Luigi Bobbio, chiede l´invio degli ispettori. Protestano i sindacati delle forze dell´ordine. E Roberti tuona («Così passa il messaggio che ribalderia e tracotanza criminale premiano. Quei signori, tornati a casa impuniti, pensano di poter fare di più e meglio»).

Ma l´affondo viene seccamente respinto dal gip Campoli. Che scrive al nostro giornale: «A differenza del dottor Roberti, che nell´intervista a Repubblica, con il suo "no comment", non concede al sottoscritto la "buona fede" nell´assumere provvedimenti giudiziari riguardanti la camorra (ricordo che sono il giudice che si occupa attualmente di delicatissime vicende di tal tipo) e fermo restando ogni iniziativa giudiziaria ed istituzionale tesa alla tutela della mia dignità umana e professionale, io la "buona fede" gliela concedo. [ cribbio Campoli, ma almeno le sentenze le scrive in un italiano meno contorto?]

Ed affermo che ha perso un´ottima occasione per dimostrare di essere un magistrato equilibrato e ne ha data una in più a chi vuole la separazione tra magistrati del pubblico ministero e magistrati giudicanti[ chiara allusione alla riforma della giustizia]».

Controreplica del procuratore Roberti. «Come si evince dal testo dell´intervista, io non entro in tale merito e non metto in dubbio la buona fede di Campoli. Ribadisco invece la critica ad un provvedimento che ha suscitato forte sconcerto, come attesta la pubblicazione di numerose reazioni, di ogni provenienza». Aggiunge inoltre Roberti. «Non è mia abitudine commentare le misure adottate dai giudici, rispetto tutti i provvedimenti, anche quelli che non condivido. Ho ritenuto di esprimere, questa volta, la posizione della Procura di fronte allo smarrimento che saliva dell´opinione pubblica».