11/11/10

Pompei allarme lanciato 3 giorni prima: BONDI il criminale sapeva!

POMPEI (11 novembre) - «Un'eventuale mozione di sfiducia sarebbe un'onta non per me ma per chi la presentasse». Lo ha detto il ministro Bondi durante la sua informativa al Senato. «Come ho detto alla Camera se avessi avuto responsabilità mi sarei subito dimesso. Ma dobbiamo riconoscere con senso di responsabilità che i problemi di Pompei si trascinano da decenni senza che nessuno sia riuscito finora a risolverli e a impostare una strategia efficace. Comodo addossare a me tutte le responsabilità o al governo accusandolo di tagliare i fondi alla cultura».

«Domus Gladiatori, crollata solo una parte». «A Pompei è crollata solo una parte dell'edificio della Domus dei gladiatori, quella che è stata restaurata negli anni '50. Il crollo di un edificio per quanto grave sia, per quanto sia grande il suo valore simbolico, non può cancellare il lavoro fatto. Chi pensa che in una città così antica non possano esserci problemi non ha senso della realtà». Lo dice il ministro dei beni culturali Sandro Bondi nella sua informativa su Pompi oggi nell'aula del senato. «La parte con le decorazioni affrescate della Domus dei gladiatori - ha aggiunto - si ritiene possa essere recuperata».

«Non si escludono altri crolli». «Purtroppo non si possono escludere altri crolli». Ripete Bondi al senato. «Napolitano ha chiesto che si spiegasse senza ipocrisie e io lo farò». Intanto, ribadisce, la mancanza dei fondi non è il problema, «forse se lo dicessi potrei accampare meriti, ma questo per me è il momento della serietà e della responsabilità. Non scarico responsabilita».

«Con Melandri crollarono mura Aureliane». «Nel 2001 quando era ministro Giovanna Melandri crollarono a Roma un pezzo delle mura aureliane e una parte della Domus Aurea. Nessuno allora chiese le sue dimissioni», dice Bondi. «Se devo saltare su una mina come dice D'urso per far esplodere le contraddizioni di questa maggioranza, la cultura non c'entra».

«Trattamento ingiusto». «Ciò che mi rattrista di più non è subire un trattamento ingiusto e anche violento nei confronti della mia persona», ha detto tra l'altro il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi nella sua informativa, «ma vedere i livelli di incattivimento e meschinità a cui è giunta la politica italiana».

Allarme lanciato tre giorni prima. Il crollo della Schola Armaturarum è un disastro annunciato che poteva essere evitato, oppure una disgrazia inevitabile? Secondo Antonio Pepe, segretario della Cisl «il crollo dell'edificio, probabilmente, era stato annunciato già tre giorni prima in seguito al cedimento di un muro di contenimento del terrapieno nel vicoletto di Ifigenia, posto alle spalle dell'edificio crollato». La segnalazione è scritta alla pagina 88, con data 3 novembre 2010, del brogliaccio utilizzato dagli addetti alla vigilanza per comunicare agli organi preposti della soprintendenza crolli, furti o danneggiamenti vari riscontrati nell'area archeologica durante il monitoraggio del sito. Il custode di turno tre giorni prima del crollo della scuola dei gladiatori ha annotato che «presso la zona IV e V nel vicolo di Ifigenia, è caduto un muro di circa 10 metri dal lato sinistro».

Quan'è facile portar via un mosaico. I reperti archeologici di Pompei non sono sorvegliati e possono essere rubati facilmente. Lo ha dimostrato un cronista del Mattino, Pietro Treccagnoli, con un reportage in cui si denuncia la carenza di controlli all'interno del sito campano. Il cronista scrive di essersi impossessato per qualche ora di alcune tessere del mosaico delle fontane del Vigneto del Triclinio Estivo, documentando il «furto» con la fotocamera, e di aver passeggiato all'interno degli scavi con i tasselli in tasca. A Pompei, accusa il reportage, la sorveglianza è «un colabrodo». Le telecamere di sicurezza sono istallate solo in alcuni edifici e all'uscita le borse dei visitatori non vengono controllate. Il risultato, sostiene il cronista, è che se un visitatore volesse portarsi a casa un souvenir di Pompei «non avrebbe che da allungare le mani».

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