11/11/08

Pina Picierno e la volante di Caserta.

Fonti autorevoli sconfessano il ministro ombra della Gioventù, l'On Pina Picierno, secondo il quale in tutta la provincia di Caserta opera una sola volante dei carabinieri..

Un conoscente giura di aver incrociato una pattuglia dei carabinieri non appena giunto nel capoluogo di provincia campano, e, subito dopo, un'altra. Tra l'altro la stessa persona dichiara di essersi imbattuta in una volante della polizia, in un camion dei pompieri, in un carrarmato dell'esercito, un'ambulanza, un elicottero dell'aeronautica e persino in un sommergibile.

Pensate che mio cugino di 7 anni non voleva più scendere dalla giostra.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

strano perchè se un ministro ombra dei giovani è veramente giovine queste cose le deve sapere

Anonimo ha detto...

le uscite nel 2008 sono salite di 13 milioni. Colpa dei nuovi vitalizi


I costi della politica: più 100 milioni


I Palazzi del potere hanno aumentato le spese Dalle agende alle liquidazioni, sprechi e privilegi


Nelle bellissime agende da tavolo e agendine da tasca del Senato, appositamente disegnate per il 2009 dalla fashion house Nazareno Gabrielli, tra i 365 giorni elegantemente annotati ne manca uno. Il giorno con il promemoria: «Tagli ai costi della politica». A partire, appunto, dal costo delle agendine: 260.000 euro. Mezzo miliardo di lire. Per dei taccuini personalizzati. Più di quanto costerebbero di stipendio lordo annuo dodici poliziotti da assumere e mandare nelle aree a rischio. Il doppio, il triplo o addirittura il quadruplo di quanto riesce a stanziare mediamente per ogni ricerca sulla leucemia infantile la Città della Speranza di Padova, la struttura che opera grazie a offerte private senza il becco di un quattrino pubblico e ospita la banca dati italiana dei bambini malati di tumore.



Sentiamo già la lagna: uffa, questi attacchi alle istituzioni democratiche! Imbarazza il paragone coi finanziamenti alle fondazioni senza fini di lucro? Facciamone un altro. Stando a uno studio del professor Antonio Merlo dell'Università della Pennsylvania, che ha monitorato gli stipendi dei politici americani, quelle agendine costano da sole esattamente 28.000 euro (abbondanti) più dello stipendio annuale dei governatori del Colorado, del Tennessee, dell'Arkansas e del Maine messi insieme. È vero che quei quattro sono tra i meno pagati dei pari grado, ma per guidare la California che da sola ha il settimo Pil mondia-le, lo stesso Arnold Schwarzenegger prende (e restituisce: «Sono già ricco») 162.598 euro lordi e cioè meno di un consigliere regionale abruzzese.



Sono tutti i governatori statunitensi a ricevere relativamente poco: 88.523 euro in media l'anno. Lordi. Meno della metà, stando ai dati ufficiali pubblicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, degli emolumenti lordi d'un consigliere lombardo. Oppure, se volete, un quarto di quanto guadagna al mese il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, che porta a casa 320.496 euro lordi l'anno. Vale a dire quasi 36.000 euro più di quanto guadagna il presidente degli Stati Uniti.(...) Se è vero che non saranno le agendine o i menu da dieci euro a portare alla rovina lo Stato italiano, è altrettanto vero però che non saranno le sforbiciatine date dopo il deflagare delle polemiche a raddrizzare i bilanci d'un sistema mostruosamente costoso. Né tanto meno a salvare la cattiva coscienza del mondo politico. Certo, l'abolizione dell'insopportabile andazzo di un tempo, quando bastava denunciare la perdita o il furto di un oggetto per avere il risarcimento («Ho perso una giacca di Caraceni». «Prego onorevole, ne compri un'altra e ci porti lo scontrino»), è un'aggiustatina meritoria. Come obbligati erano la soppressione a Palazzo Madama del privilegio del barbiere gratuito e l'avvio di un nuovo tariffario (quasi) di mercato: taglio 15 euro, taglio con shampoo 18, barba 8, frizione 6... E così la cancellazione del finanziamento di 200.000 euro per i corsi di inglese che non frequentava nessuno. E tante altre cosette ancora. Un taglietto qua, una limatina là... (...) Sul resto, però, buonanotte. L'andazzo degli ultimi venti anni è stato tale che, per forza d'inerzia, i costi hanno continuato a salire. Al punto che i tre questori Romano Comincioli (Pdl), Benedetto Adragna (Pd) e Paolo Franco (Lega Nord), nell'estate 2008, hanno ammesso una resa senza condizioni scrivendo amaramente nel bilancio: «Non è stato possibile conseguire l'obiettivo di inversione dell'andamento della spesa in proposito fissato dal documento sulle linee guida».



Risultato: le spese correnti di Palazzo Madama, nel 2008, sono salite di quasi 13 milioni rispetto al 2007 per sfondare il tetto di 570 milioni e mezzo di euro. Un'enormità: un milione e 772.000 euro a senatore. Con un aumento del 2,20 per cento. Nettamente al di sopra dell'inflazione programmata dell' 1,7 per cento.



Colpa di certe spese non facilmente comprensibili per un cittadino comune: 19.080 euro in sei mesi per noleggiare piante ornamentali, 8.200 euro per «calze e collant di servizio» (in soli tre mesi), 56.000 per «camicie di servizio » (sei mesi), 16.200 euro per «fornitura vestiario di servizio per motociclisti ». Ma soprattutto dei nuovi vitalizi ai 57 membri non rieletti e dei 7.251.000 euro scuciti per pagare gli «assegni di solidarietà» ai senatori rimasti senza seggio. Come Clemente Mastella. Il cui «assegno di reinserimento nella vita sociale» (manco fosse un carcerato dimesso dalle patrie galere) scandalizzò anche Famiglia Cristiana che gli chiese di rinunciare a quei 307.328 euro e di darli in beneficenza. Sì, ciao: «La somma spetta per legge a tutti gli ex parlamentari». Fine.



Grazie alle vecchie regole, il «reinserimento nella vita sociale» di Armando Cossutta è costato 345.600 euro, quello di Alfredo Biondi 278.516, quello di Francesco D'Onofrio 240.100. Un pedaggio pagato, ovviamente, anche dalla Camera. Dove Angelo Sanza, per fare un esempio, ha trovato motivo di consolazione per l'addio a Montecitorio in un accredito bancario di 337.068 euro. Più una pensione mensile di 9.947 euro per dieci legislature. Pari a mezzo secolo di attività parlamentare. Teorici, si capisce: grazie alle continue elezioni anticipate, in realtà, di anni «onorevoli » ne aveva fatti quattordici di meno.



Un dono ricevuto anche da larga parte dei neo-pensionati che erano entrati in Parlamento prima della riforma del 1997 e come abbiamo visto si erano tirati dietro il privilegio di versare con modica spesa i contributi pensionistici anche degli anni saltati per l'interruzione della legislatura. Come il verde Alfonso Pecoraro Scanio, andato a riposo a 49 anni appena compiuti con gli 8.836 euro al mese che spettano a chi ha fatto 5 legislature pur essendo stato eletto solo nel 1992: 16 anni invece di 25. Oppure il democratico Rino Piscitello: 7.958 euro per quattro legislature nonostante non sia rimasto alla Camera 20 anni ma solo 14. Esattamente come il forzista Antonio Martusciello. Che però, con i suoi 46 anni, non solo ha messo a segno il record dei baby pensionati di questa tornata ma ha trovato subito una «paghetta» supplementare come presidente del consiglio di amministrazione della Mistral Air: la compagnia aerea delle Poste italiane.



C'è poi da stupirsi se, in un contesto così, le spese dei Palazzi hanno continuato a salire? Quirinale, Senato, Camera, Corte costituzionale, Cnel e Csm costavano tutti insieme nel 2001 un miliardo e 314 milioni di euro saliti in cinque anni a un miliardo e 774 milioni. Una somma mostruosa. Ma addirittura inferiore alla realtà, spiegò al primo rendiconto Tommaso Padoa-Schioppa: occorreva includere correttamente nel conto almeno altri duecento milioni di euro fino ad allora messi in carico ad altre amministrazioni dello Stato. Ed ecco che nel 2007 tutti gli organi istituzionali insieme avrebbero pesato sulle pubbliche casse per un miliardo e 945 milioni. Da aumentare nel 2008 fino a un miliardo e 998 milioni. A quel punto, ricorderete, nell'ottobre 2007 scoppiò un pandemonio: ma come, dopo tante promesse di tagli, il costo saliva di altri 53 milioni di euro, pari circa al bilancio annuale della monarchia britannica? Immediata retromarcia. Prima un ritocco al ribasso. Poi un altro. Fino a scendere a un miliardo e 955 milioni. «Solo» dieci milioncini in più rispetto al 2007. Col Quirinale che comunicava gongolante di aver tagliato, partendo dai corazzieri (lo specchietto comunemente usato per far luccicare gli occhi delle anime semplici), il 3 per mille. Certo, era pochino rispetto ai tagli del 61 per cento decisi dalla regina Elisabetta, però era già una (piccola) svolta...

Bene: non è andata così. Nell'assestamento di bilancio per il 2008 i numeri hanno continuato a salire e salire fino ad arrivare il 13 agosto a 2 miliardi e 55 milioni di euro. Cento milioni secchi più di quanto era stato annunciato in un tripudio di bandiere che sventolavano per festeggiare i «tagli». Risultato finale: l'aumento che avrebbe dovuto essere virtuosamente contenuto nello 0,5 per cento si è rivelato di almeno il 5,6: undici volte più alto.

(Brano tratto da «La Casta», nuova edizione aggiornata)

Anonimo ha detto...

Roma - Era ottobre 2007. Il consiglio dei ministri approvava il cosiddetto "DdL Levi-Prodi", disegno di legge che prevedeva per tutti i blog l'obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa.

La notizia, scoperta del giurista Valentino Spataro e rilanciata da Punto Informatico, fece scoppiare un pandemonio. Si scusarono e dissociarono i ministri Di Pietro e Gentiloni, ne rise il Times, Beppe Grillo pubblicò un commento di fuoco sul suo blog. Il progetto subì una brusca frenata e dopo un po' le acque si calmarono. Cadde il governo Prodi.

Un anno dopo: novembre 2008. Un altro giurista, Daniele Minotti, si accorge che il progetto di legge gira di nuovo nelle aule del nostro Parlamento, affidato in sede referente alla commissione Cultura della Camera (DdL C. 1269).

Minotti ne fa una breve analisi sul proprio blog, marcando le diversità fra il nuovo testo e quello precedente. Abbiamo tuttavia alcune differenze di interpretazione. Diamo insieme un'occhiata ai punti salienti del progetto di Legge per capire cosa possono aspettarsi i navigatori e i blogger italiani:

Art. 2.
(Definizione di prodotto editoriale).

1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

Qualsiasi blog rientra in questa definizione.

Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).

1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro.

All'apparenza il comma 3 escluderebbe la maggioranza dei blog dall'obbligo di registrazione e dai correlati rischi legali. Ma non è così. Ecco alcuni esempi pratici.

Il blog di Beppe Grillo ha una redazione, ha banner pubblicitari, vende prodotti. In parole povere: sia secondo il Codice Civile, sia secondo la comune interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa. Se il progetto di legge fosse approvato, perciò, Beppe Grillo avrebbe con tutta probabilità l'obbligo di iscriversi al ROC. Non solo: sarebbe in questo modo soggetto alle varie pene previste per i reati a mezzo stampa.

Affari suoi, diranno forse alcuni. Eppure non è l'unico a doversi preoccupare. Nella stessa situazione si troverebbero decine, probabilmente centinaia di altri ignari blogger. Infatti: chiunque correda le proprie pubblicazioni con banner, promozioni, o anche annunci di Google AdSense, secondo la comune interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa.

Il ragionamento è semplice. L'apposizione di banner è un'attività pubblicitaria continuativa che genera introiti; una prestazione continuativa è un'attività di impresa; chi fa impresa grazie alle proprie pubblicazioni deve registrarsi al ROC; chi è registrato al ROC può incorrere nei reati di stampa. Chi invece è in questa situazione e non si registra al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina (ricordiamo un caso recente).

Per quanto in nostra conoscenza, manca ancora un pronunciamento strettamente ufficiale dell'Agenzia delle Entrate (interpello) se l'uso di qualche banner rientri nelle attività dell'impresa (ma l'orientamento è piuttosto chiaro: banner = attività lucrosa continuativa; attività lucrosa continuativa = impresa).

Per questa ragione, se il progetto di Legge venisse approvato come è ora proposto, saremmo nel migliore dei casi di fronte ad una legge passibile di più interpretazioni e quindi potenzialmente molto pericolosa. Facciamo un esempio di fantasia, ambientato a Paperopoli.

Rockerduck: "Se non cancelli l'articolo sul tuo blog che parla male di me, ti trascino in tribunale per diffamazione a mezzo stampa."
Paperino: "Ma il mio blog non è una testata!"
Rockerduck: "Però hai un banner pubblicitario, quindi potresti essere un'impresa, e quindi devi iscriverti al ROC. Anzi, se non togli l'articolo ti denuncio pure per stampa clandestina."
Paperino: "Ok. Sob."

Provate a sostituire "Rockerduck" con "picciotto" e "Paperino" con "cittadino" e il gioco è fatto.

Luca Spinelli

Icarus.10 ha detto...

Piedò, spiegami il morale della favola. Nunn l'aggia capita!!!

p.S: vedo che hai un debole per quella signorina ;)

Angelo D'Amore ha detto...

l'avra' letto su qualche bigliettino passatogli da franceschini...

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI: SCUDO SPAZIALE E' PROVOCAZIONE VERSO RUSSIA

"Diciamolo chiaramente, consideriamo che ci siano state delle provocazioni nei confronti delle federazione russa come per il progetto di collocare missili in Polonia e Repubblica Ceca". Lo da detto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a Smirne con il premier turco Erdogan. Secondo Berlusconi "e' una provocazione il riconoscimento del Kosovo" e l'ipotesi di un possibile ingresso della Georgia e dell'Ucraina nella Nato. "Noi - ha aggiunto - siamo fermamente convinti che si debba mettere la parola fine al processo di allontanamento tra l'Unione Europea, gli Usa e l'occidente in generale dalla federazione Russa".

Anonimo ha detto...

Aguante El Pocho! Saludos desde Napoli!

UN AMIGO ARGENTINO

CampaniArrabbiata ha detto...

Legio: eh sì, direi proprio di sì.

Anonimo: non ti preoccupare, questo blog tiene duro!

Attila: la morale della favola è che Picierno batte sempre tutti nella sfida a chi la spara più grossa.

Angelo: e a Franceschini chi glielo ha passato?

Zentro: splendida notizia!

Amigo: ADELANTE!

Anonimo ha detto...

El caballero
Berlusconi strappa alla sinistra anche la carta del Terzo Mondo

"Nel G8 in Giappone ho proposto che si superasse la vecchia formula per avere al tavolo paesi come India, Cina, Sud Africa, Messico e Brasile. Paesi che potrebbero rappresentare l'80% dell'economia mondiale. Ho proposto di avere anche l'Egitto che esercita una notevole azione di influenza sui paesi del Medio Oriente". Silvio Berlusconi ribadisce che l'anno prossimo, sull'isola della Maddalena, si potrà tenere un G14 che "riceverà l'unione dei paesi africani" e avrà "un ruolo importante per la governance
dell'economia mondiale".

Anonimo ha detto...

GIRO GIROTONDO, SCASCA IL MONDO, CASCA LA TERRA, TUTTI GIù PER TERRA.

E brava la nostra piccola demita...

Anonimo ha detto...

Beh, si mi pareche il Cav. stia esagerando un pò a parlare di....provocazioni alla Russia, capisco gli affari commerciali, però anche i diritti umani hanno un pochino (pochinopochino) importanza...
P.S. sono un clem e non una clem ;)
ciao, clem

Anonimo ha detto...

Basta una lettera ai giornali che ti accusa di razzismo, e perdi il lavoro in tre ore, senza che nessuno ti dia la possibilità di difenderti!

http://ilmiomondomigliore.blogspot.com

Anche se poi si scopre che la lettera è stata scritta come vendetta a multa, e racconta solo un sacco di fandonie.

Con invito di diffusione, per combattere la doppia morale dei comunisti!

CampaniArrabbiata ha detto...

Berlusconi fa bene a sostenere le ragioni della Russia per due motivi:
1) perchè ci consente di aprire un canale privilegiato rispetto agli altri paesi europei
2) perchè Putin ha tutte le ragioni riguardo al conflitto georgiano e ai tentativi di ingerenza statunitense.

A far pressione sui diritti umani dovrebbe essere la comunità internazionale e non di certo l'Italia, che sta conducendo una politica estera molto intelligente e ci consentirà di superare l'asse franco-tedesco che ci ha sempre isolato.
CIAO CLEM!

Anonimo ha detto...

Antonio Bassolino è fra le 30 persone rinviate a giudizio nell’ambito del processo sullo scandalo dei rifiuti. E’ imputato di abuso d’ufficio. Tra le sue dichiarazioni per difendersi ha detto che firmava le carte senza nemmeno leggerle.
Sotto inchiesta ci sono alcune società controllate da Impregilo che avevano in appalto lo smaltimento dei rifiuti nell’inceneritore di Acerra (NA). Impianto che non è mai entrato in funzione nonostante quelle società abbiano incassato milioni di euro dallo Stato da destinare alla gestione dell’attività di smaltimento.
Ebbene, la Procura di Napoli ha scoperto che gli unici ad incenerirsi nel nulla sono stati i milioni di euro. I rifiuti, invece, sono stati abbandonati in discariche abusive dell’entroterra napoletano, che col loro percolato hanno inquinato alcune falde acquifere.
Le responsabilità sono molteplici: si va dalla truffa aggravata e continuata a responsabilità di tipo ambientale. Per individuare in quali tasche siano finiti i milioni di euro la Procura partenopea ha sequestrato i conti correnti riconducibili a Impregilo per un valore di 750 milioni.

Il processo, iniziato meno di un anno fa, alla sua quinta udienza di mercoledì scorso, era ancora alla fase della costituzione delle parti. Durante le ultime udienze di luglio e settembre si erano costituiti parte civile oltre 200 comuni campani in qualità di parti lese. Chi perché si è ritrovato sul proprio territorio discariche abusive, chi perché ha avuto l’acqua inquinata dai propri rubinetti, chi invece, apparentemente senza motivo perché privo di documenti. La richiesta, ovviamente, serve a tradurre il tutto in risarcimento economico.
Ognuno dei comuni ha nominato un proprio avvocato in aula. L’effetto è stata la lievitazione della mole di lavoro per il collegio giudicante, che ha dovuto esaminare tutte le richieste una ad una, accettarle e fare appelli della durata di 2 ore per accertare i presenti in aula. Durante il rosario dei nominativi, moltissimi gli avvocati sostituti e moltissime le richieste di rinvio per vizi di forma. Ad esempio per recapito tardivo di un giorno della ricevuta di ritorno della raccomandata di convocazione del Tribunale, errorini di battitura dei documenti, interpretazioni errate di alcune frasi e richiesta di ammissione in parte civile per conto di nuovi comuni dell’ultima ora.

Un giochino alla presa per i fondelli al quale il collegio giudicante presieduto da Giovanni Fragola Rabuano ha detto stop. L’ordinanza letta dopo quasi 3 ore di camera di consiglio si può sintetizzare così: i comuni che hanno fatto richiesta di costituirsi parte civile entro il 2 luglio scorso rimangono ammessi. I richiedenti successivi no altrimenti il processo non va più avanti.
La sensazione è chiara e lampante nel suo paradosso, ossia che i sindaci alleati di Bassolino gli si siano rivoltati contro per traghettarlo verso la prescrizione. Anche la sindaca di Napoli Rosa Russo Jervolino si è unita al giochino. Tramite il suo avvocato, prima con con la richiesta di ammissione in parte civile nei riguardi delle società inquisite, poi nei confronti delle persone fisiche.

Ma ora non ci sono più scuse. Si passa alle fasi preliminari: nei prossimi 5 mercoledì già a partire dal 19 novembre per sentire accusa e difesa. Il 10 dicembre è previsto il dibattimento vero e proprio.
Problema: il Procuratore di Napoli Vincenzo Galgano ha vietato ai giornalisti di registrare e riprendere le fasi processuali. Decisione che non capisco vista la valenza pubblica del procedimento. Siccome quel processo lo sto seguendo per la Rete, e l’ultimo videoservizio l’ho potuto fare soltanto all’esterno del carcere, ho deciso di spedire una mail all’indirizzo pg.napoli@giustizia.it col testo che segue, nella speranza che serva a qualcosa.

Anonimo ha detto...

Napoli - Trentotto foto per documentare che sotto il «tappeto» non c'era della semplice spazzatura ma, addirittura una megadiscarica. Il tappeto altro non era che l'asfalto di Napoli insieme con gli edifici della città del sindaco Rosetta Iervolino e del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Insomma, nel sottosuolo della metropoli più disastrata d'Europa, per decenni è stato gettato di tutto: materiale di risulta, fusti per lubrificanti, carcasse di auto e moto, rifiuti speciali di ogni genere e, naturalmente, decine di tonnellate di monnezza. Ma, la più stupefacente delle scoperte è rappresentata da migliaia di stalattiti di colore giallastro, formatesi a causa dello sversamento di liquami, attaccate al «soffitto» di piazza Dante, uno dei salotti di Napoli.

Allora, a chi appartiene la scoperta della versione moderna dell'«oro di Napoli»?. Al commissariato al Sottosuolo, che tanti soldi ha succhiato agli italiani? Ai solertissimi ambientalisti alle vongole e pummarola? Al sindaco Iervolino? Al presidente della Campania, imputato per lo scandalo dei rifiuti, Bassolino? No, la scoperta, trasformata in dossier, consegnato nei giorni scorsi al presidente Berlusconi e poi ai parlamentari, appartiene all'uomo che (con il premier) ha ripulito Napoli e la regione, da duecentomila tonnellate di monnezza, che i vari governi locali non erano riusciti a raccogliere dalle strade: il sottosegretario all’Emergenza rifiuti, Guido Bertolaso.

Gli speleologi della Protezione civile si sono calati nella Napoli sotterranea, vasta un milione di metri cubi e con un acquedotto ridotto a pattumiera. Se qualcuno aveva mugugnato sulle misure restrittive nei confronti di chi inquina l'ambiente, adesso è servito.
Quelle stalattiti, allungatesi per cinquant'anni sotto una delle piazze storiche più amate dai napoletani, gridano vendetta. Inquinato è anche il sottosuolo di Chiaia, il quartiere dei vip come pure il proletario Montecalvario. Sono passati una mezza dozzina di viceré, amministrazioni democristiane e socialiste, comuniste ma mai nessuno ha messo mano al sottosuolo di Napoli.

Adesso si cerca di correre ai ripari. Decine di cittadini, in particolar modo in provincia, sono già stati arrestati su ordine delle varie Procure di competenza, grazie al decreto varato dal governo. Ieri, di nuovo a Napoli, con Berlusconi, Bertolaso ha annunciato che lunedì prossimo sarà firmata l'ordinanza che autorizza il conferimento in cambio di un indennizzo economico anche da parte dei privati, alle piattaforme di raccolta del Conai. «I cittadini potranno conferire fino a 100 chili di rifiuti differenziati per evitare che i soliti furbi ne facciano un commercio». Nonostante lo sfascio, Bertolaso ha sparso ottimismo. «Vogliamo fare della Campania la regione pilota nella raccolta differenziata dei rifiuti».