03/10/08
La guerra civile contro la camorra e quei sindaci contro lo stato.
(Rammstein - Ich Will)
Non è semplicemente una guerra tra bande come ha sostenuto 'Gnazio La Russa, nè una guerra civile come ritiene iperbolicamente Maroni, però la protesta dei sindaci dell'agroaversano contro la "militarizzazione" del territorio fa riflettere. Che questi sindaci si lamentino proprio ora che finalmente lo stato si sta attivando e invia nuove forze per contrastare la criminalità diffusa è inquietante.
Soprattutto se si pensa che questi amministratori contro la camorra non hanno mai protestato, anzi. E', a questo punto, del tutto evidente che per annientare la camorra non è possibile esulare da un discorso politico.
L'opinione pubblica, sempre che esista ancora, deve fare il più possibile pressione affinchè i partiti ritornino a selezionare con metro i propri candidati.
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14 commenti:
Ascoltami Piedone: io non sono contrario all' uso dell' esercito in particolari e gravissime situazioni di emergenza sicurezza, però la loro presenza, effettivamente, deve servire a risolvere la questione che si vuole risolvere, altrimenti la loro presenza rischia di essere un dispiagemento "coreografico", senza nessuna utilità, anzi assolutamente dannosa, perchè il delinquente o camorrista, le sue azioni non le va a fare certamente in una strada in cui sono presenti due giovanotti in divisa in bella vista che sorvegliano un edificio. E' un fallimento che già abbiamo constatato in altre circostanze, ultimo tra questi è stata l'operazione voluta da La Russa..con la conseguenza che sono stati bloccati dai soldati, imbrattori di vetrine e lavavetri. Ma si può????
Un ultima cosa: questo blog è molto intelligente e anticonformista per chiamare in causa l' opinione pubblica!! Lasciamo stare quello che pensa la gente, il Popolo Bue(perchè solo così può definirsi il popolo) è assuefatto dalle dosi di Tette&Culi che gli ha somministrato la tv, ciò che vuole e pensa il popolobue è sempre sbagliato. Che ne pensi??
Tra l'altro si sa benissimo quali siano i politici collusi che non esitano a raccogliere voti da quella gente. Si tratta di gente che ha anche incarichi nazionali di prestigio e nessuno osa indicarli. La Campania è piena di "vito ciancimino"
Fratello, ieri ho provato una delusione immensa per l'eliminazione dalla coppa. L'ingenuità dei nostri è stato il discrimine: già all'andata siamo stati stupidi ma ieri la partita è stata gestita male. L'errore clamoroso di zalayeta a porta vuota è incredibile e i cambi di reja sono incomprensibili.
Il benfica è forte, ma era alla portata e noi siamo stati fessi.
CI SERVE UN ATTACCANTE FORTE, è questo ciò che ci manca.
PUTIN UNICA VIA!
Il buon senso suggerisce che la Russia di Putin è, per l'Occidente, un alleato indispensabile. Se Putin venisse indispettito oltre misura, potrebbe chiudere i suoi rubinetti e l'Europa sarebbe in ginocchio in due mesi, gli Stati Uniti in gravi difficoltà entro sei.
Eppure il presidente Bush sta facendo di tutto per indispettirlo. È lui che per primo ha violato le intese indebitamente consentendo l'indipendenza del Kosovo; è lui che si propone di avvicinare i suoi missili intercettori ai confini della Russia, è lui che vuole incorporare nella Nato i Paesi dell'Europa orientale, è infine lui che sotto sotto ha incoraggiato la Georgia a sfidare Putin. Insomma Bush si comporta come se lui fosse il gatto e Putin il topo. L'acume di Bush mi è sempre sfuggito
Attila, se impiego una parte della mia giornata a curare il blog, è proprio perchè perseguo il progetto di riunire chi vuole fare qualcosa. Ti assicuro che, ogni giorno che passa, siamo sempre di più e così continuando possiamo essere noi a fare l'opinione pubblica. Basta essere minoranza organizzata per contare e fare pressione e la rete è, in questo senso, un mezzo rivoluzionario che ci consente di informare chi vuole essere informato.
sing, anche io sono deluso e se non scrivo cosa ho urlato contro Zalayeta, è solo perchè di questi tempi rischio di essere accusato di istigazione al razzismo da qualche furbone. Sai, i tg aspettano l'episodio giusto per le scuse quotidiane di Alemanno:-p
il problema è che qualcuno li vota quei sindaci.
RIDERE O PIANGERE?
Oggi verso le 19.00 ero nell'R2, direzione Piazza Garibaldi. Pullman strapieno, solito effetto carro bestiame insomma. C'era una comitiva composta da non più di 5 o 6 persone del nord, lombarde credo, distribuite lungo tutto il mezzo. Ogni due o tre minuti si sentiva la voce di una signora di sto gruppo che da dove si trovata gridava "Alda, ho paura, a quale fermata dobbiamo scendere, ho un sacco di soldi addosso, perchè mi avete lasciata sola IN MEZZO A QUESTI".
Alda rispondeva sempre alla stessa maniera "Stai tranquilla, un altro pò di pazienza e scendiamo, tu stai attenta ai soldi e non fissare nessuno".
Là per là mezzo R2 è scoppiato a ridere, ma quando poi in molti ci siamo resi conto che erano serissime, e che i mariti di queste signore avevano un viso tipo consapevolezza della pena di morte entro il mattino seguente, la cosa ha iniziato a infastidire. Anche perchè, ripeto, facevano questo a ogni fermata
CHE GENTE!
Io, ex ragazzo di Salò non riconosco a Violante il diritto di legittimarmi
In questi giorni vari giornali hanno ricordato, per l’ennesima volta, che l’onorevole Violante, quando era presidente della Camera, aveva «legittimato» i ragazzi di Salò che avevano combattuto per ideali in cui credevano in buona fede. Ricordo che allora l’onorevole Tremaglia più di tutti ebbe a compiacersi di quel riconoscimento. In quell’occasione io, ex ragazzo di Salò, detestai l’onorevole Tremaglia e gli altri del suo partito che assunsero atteggiamenti simili ai suoi. Mi sentii inoltre profondamente offeso dall’iniziativa dell’onorevole Violante, con cui avevo avuto sino ad allora rapporti non ostili. Per spiegare il perché di questa mia reazione devo raccontare brevemente la mia storia di ex-ragazzo di Salò.
Nel 1944, quando avevo solo 12 anni, pensavo che fosse un disonore aver cambiato alleati nel corso della guerra e che questo disonore doveva essere «lavato, se necessario, anche con il proprio sangue» (erano le parole allora in uso che io seguitavo a ripetermi). Volendo arruolarmi andai al comando delle Brigate Nere che, a Bologna, aveva sede in Via Manzoni. Presero i miei dati personali, indirizzo compreso, e avvertirono subito mio padre (abitavamo molto vicino e cioè nell’ufficio di mio padre in Palazzo d’Accursio, dopo che la nostra casa era andata distrutta dai bombardamenti). Mio padre mi disse che ero troppo giovane per fare il soldato e che comunque chi vuol farlo non sceglie un corpo di polizia politica, come le Brigate Nere, ma un regolare corpo dell’esercito «in grigio verde».
Allora non riuscii a capire perché, ma ne tenni conto. Il mio secondo tentativo fu fatto all’inizio del 1945. Andai questa volta al comando della Decima Mas e riuscii a convincere il capitano Simula ad arruolarmi (ricordo il suo nome perché è scritto sul modulo del reclutamento che ancora conservo). Per convincerlo gli mostrai il giornale che riportava il decreto firmato da Mussolini con cui si autorizzava l’arruolamento dei minori di 16 anni, gli dissi che i miei genitori erano entrambi morti sotto i bombardamenti e che vivevo ospite di parenti non stretti che erano molto seccati di doversi occupare di me (le condizioni di devastazione in cui versava Bologna gli impedivano di controllare). Con una certa riluttanza mi firmò il foglio di via per Milano (Piazza Fiume) dove sarei dovuto andare con mezzi di fortuna. Come a qualsiasi altra recluta mi offrì una razione di sigarette e 500 lire. Con sdegno rifiutai l’offerta «perché quello che facevo non lo facevo per avere compensi», ed insieme con un altro ragazzo, senza una lira in tasca, mi avviai alla volta di Milano ove giunsi quattro o cinque giorni dopo. Ben presto fui riportato dai miei genitori.
Con l’arrivo delle truppe alleate, il 21 aprile 1945, dovemmo fuggire la notte stessa, per evitare che mio padre fosse, senza ragione alcuna, sommariamente giustiziato (che questa fosse l’intenzione dei partigiani ci era stato detto dal comandante dei vigili urbani che aveva con loro rapporti). Mio padre fu comunque epurato sino al 1953, e per 8 anni vivemmo prima in uno scantinato e poi in una soffitta.
Dopo la guerra la mia famiglia ed io ci rifiutammo di credere che i nostri alleati tedeschi avessero organizzato campi di sterminio. Era la propaganda dei vincitori. Ci ricredemmo solo quando tornò dall’America il fratello di mia madre che ci disse che era tutto vero (a lui non potevamo non credere). Fu un vero shock per tutti noi.
Per comprendere appieno i sentimenti che ispiravano i comportamenti della mia famiglia, e quindi anche i miei, ricordo che vari anni dopo la fine della guerra trovai la mala copia di una lettera che mio padre, congedato dall’esercito nel luglio 1943, aveva scritto all’inizio del 1944 ad un colonnello, suo ex commilitone, che lo sollecitava ad entrare nelle forze armate della Repubblica di Salò. Nella sua lettera mio padre diceva che si augurava la vittoria dell’Asse, ma che non poteva accettare. Per quanto considerasse i partigiani dei traditori non avrebbe potuto mai sparare contro un altro italiano.
Per molti anni mi sono tenuto lontano dalla politica, le esperienze fatte dalla fine della guerra me lo impedivano. Solo nel 1956, a Londra mi sono avvicinato alle idee socialiste. Ma di politica attiva non ne ho fatta fino alla metà degli anni ’60 dopo tre anni di permanenza negli Stati Uniti.
Dopo questi brevi ricordi posso ritenere che sia possibile far comprendere le ragioni per cui mi sentii offeso dai riconoscimenti che agli ex ragazzi di Salò provenivano da Violante e dagli apprezzamenti a lui rivolti da Tremaglia e altri. Come ex ragazzo di Salò non posso accettare di vedere legittimati i miei comportamenti di allora, tutti ispirati da sentimenti coltivati in assoluta buona fede, da un signore che nonostante conoscesse i crimini commessi da Stalin (io quelli commessi da Hitler non li conoscevo), nonostante la repressione dell’Armata Rossa a Budapest si è iscritto al Partito Comunista con piena coscienza di quegli eventi. Io non voglio giudicare o condannare le sue scelte politiche. Quelle scelte tuttavia non gli danno nessun titolo, nessuna autorità morale per legittimare i miei comportamenti e le mie scelte di quando avevo neanche 13 anni, e neppure quelle di chi aveva più anni di me, che in purezza di sentimenti fecero scelte simili alle mie. Sinceramente preferisco i suoi compagni di partito che non cambiano idea sulle mie scelte di allora. Io, per mio conto, sono ancora orgoglioso delle scelte che feci allora, pur avendo da moltissimi anni coltivato idee politiche ben lontane da quelle della Repubblica di Salò. Ne sono orgoglioso perché ora come allora cerco ancora di fare le cose in cui credo senza curarmi troppo delle mie convenienze. Può dire lo stesso l’onorevole Violante?
Una postilla: più volte in passato ho pensato di scrivere questo articolo e più volte ho cominciato a farlo. Ci mettevo troppa rabbia e non trovavo la misura giusta. Spero di averla trovata questa volta.
Giuseppe Di Federico
Professore emerito di Ordinamento giudiziario all’Università di Bologna
ed ex consigliere del Csm
Tratto da -http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=295381&START=1&2col=
Anch'io credo che noi bloggers possiamo fare opinione.Da noi , come in Calabria, un posto di lavoro è la dannazione perchè pur di averlo la gente si vende e vende il proprio voto e il futuro proprio e dei propri figli.Chi si vende non sarà mai libero e dovrà subire sempre, ovunque e comunque.Saviano con il suo libro Gomorra ha aperto la strada.Sappiamo come vanno certe cose da noi, riusciremo a liberarci dal giogo del SISTEMA?Perchè sempre camorra è, anzi la peggiore camorra è quella che si ammanta di perbenismo ed invece divora le poche risorse di una regione già mangiata e martoriata.Bisogna che tante cose cambino ma sappiamo che in troppi hanno interesse che NON CAMBINO, oltretutto questo sistema politico è lo stesso che aiazza spesso la gente contro lo Stato quando esso decide di fare lo STATO
Ciao Piedone :)
In Calabria stanno persino peggio, lì il voto di scambio avviene alla lune del sole. A Crotone, per farti un esempio, alle scorse elezioni si presentarono 800 persone su una popolazione di 50mila. Record assoluto in Italia raggiunto grazie alla chimera di un lavoro. Sic.
In Campania il sistema è bloccato da 40 anni se pensi a quando hanno mosso i primi passi MASTELLA-DEMITA-BASSOLINO. Se il loro sfascio è stato possibile, è anche perchè non c'è mai stata un'opposizione seria. Ti dirò di più, ad oggi non vedo nessuno dell'opposizione degno di rispetto.
Naldi, se non erro, è un costruttore. Che sia ricco a me non interessa (dovrebbe avere anche uno degli alberghi del lungomare), è al ceto medio che dobbiamo dare la sveglia. BUONA SERATA!
Hai ragione.Ho ascoltato ad annozero l'imprenditrice teste d'accusa del processo why not: è lei che ha parlato di maledizione lavoro nel sud ed in calabria in particolare.Il fatto è che la Calabria è un deserto in cui i villaggi turistici sono delle isole a sè, manco tutti "puliti" da delinquenza.Io penso a Rimini e al divertimentificio dell'Emilia e Romagna e non riesco a capire perchè lì ci sia ricchezza e sviluppo e qui nulla.Veramente il perchè si capisce ed ecco perchè bisogna fare lo sforzo massimo per far saltare la camorra e tutte le reti di convivenza, indistricabili ora come ora.Fossi lo stato commissarierei Campania e Calabria con gente che certamente non è collusa con i delinquenti.Da noi l'opposizione non c'è, semplicemente non c'è, si è unita al Bassolino, lo coccola e protegge in cambio di favoriad personas.Non dimenticare che si spartiscono "le grazie" con i governanti ..l'opposizione non c'è..non c'è..ma anche perchè certo andazzo sta bene a troppi
intanto oggi la camorra ha ucciso di nuovo.
RAZZISMO?
CASERTA - Primo arresto dei militari nel Casertano: a finire in manette un nigeriano che stava tentando di dar fuoco ad un negozio di alimentari gestito da connazionali. L'arresto e' scattato nella zona di Pineta Mare, ad opera di una pattuglia mista composta sia da militari che da carabinieri. L'uomo e' stato sorpreso proprio mentre spargeva benzina davanti al negozio: quando le forze dell'ordine hanno tentato di fermarlo, il nigeriano e' andato in escandescenza, ha divelto un cartello stradale e ha iniziato a brandirlo contro i militari. (4 ottobre 2008-19:15)
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