11/10/10

Il Papa: le false divinità distruggono il mondo

Il «sangue dei martiri trasforma il mondo», allora come oggi e questa trasformazione «si realizza in modi sempre nuovi, anche in questo momento, in cui Cristo, l'unico Figlio di Dio, deve nascere per il mondo con la caduta degli dei, con il dolore, il martirio dei testimoni». Lo ha detto oggi Benedetto XVI nella sua meditazione, a braccio, in apertura della prima giornata di lavori del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente.

Il Papa ha poi puntato l’indice contro «il potere delle ideologie terroristiche». «Apparentemente in nome di Dio viene fatta violenza, ma non è Dio: sono false divinità, che devono essere smascherate, che non sono Dio. E poi la droga, questo potere che, come una bestia vorace, stende le sue mani su tutte le parti della terra e distrugge: è una divinità, ma una divinità falsa, che deve cadere. O anche il modo di vivere propagato dall'opinione pubblica: oggi si fa così, il matrimonio non conta più, la castità non è più una virtù, e così via». Queste ideologie che dominano, ha proseguito il Pontefice, «sono divinità. E nel dolore dei santi, nel dolore dei credenti, della Madre Chiesa della quale noi siamo parte, devono cadere perché si compia quanto scrive san Paolo nelle le Lettere ai Colossesi e agli Efesini: le dominazioni, i poteri cadono e diventano sudditi dell'unico Signore Gesù Cristo». Perché ciò accada, ha concluso Benedetto XVI, le fondamenta interiori, morali e religiose, non devono vacillare: «La fede è il fondamento, e, in definitiva, le fondamenta della terra non possono vacillare se rimane ferma la fede, la vera saggezza».

LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DI DOMENICA
L’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, sul tema “La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza”, «dimostra l’interesse dell’intera Chiesa per la preziosa e amata porzione del Popolo di Dio che vive in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente». Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, nella celebrazione eucaristica nella basilica vaticana in occasione dell’apertura del Sinodo. Hanno concelebrato con il Papa 177 padri sinodali e 69 presbiteri collaboratori del Sinodo a vario titolo. “Anzitutto – ha affermato il Santo Padre - eleviamo il nostro ringraziamento al Signore della storia, perché ha permesso che, nonostante vicende spesso difficili e tormentate, il Medio Oriente vedesse sempre, dai tempi di Gesù fino ad oggi, la continuità della presenza dei cristiani”, “nella varietà di tradizioni liturgiche, spirituali, culturali e disciplinari delle sei venerande Chiese orientali cattoliche sui iuris, come pure nella tradizione latina”.

Il “Medio Oriente”, nella prospettiva di Dio, ha proseguito Benedetto XVI, “è la terra di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; la terra dell’esodo e del ritorno dall’esilio; la terra del tempio e dei profeti; la terra in cui il Figlio Unigenito è nato da Maria, dove ha vissuto, è morto ed è risorto; la culla della Chiesa, costituita per portare il Vangelo di Cristo sino ai confini del mondo. E noi pure, come credenti, guardiamo al Medio Oriente con questo sguardo, nella prospettiva della storia della salvezza”. Dunque, “guardare quella parte del mondo nella prospettiva di Dio significa riconoscere in essa la ‘culla’ di un disegno universale di salvezza nell’amore, un mistero di comunione che si attua nella libertà e perciò chiede agli uomini una risposta. Abramo, i profeti, la Vergine Maria sono i protagonisti di questa risposta, che però ha il suo compimento in Gesù Cristo”.

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