30/10/10

Basta, la secessione la facciamo noi!

“Ma quale Padania! Ma quale Lega! Sono io, il presidente della Regione Siciliana, che dice a voi del Nord: basta così, la secessione la facciamo noi. La Trinacria se ne va, è prontissima ad arraggiarsi da sola“.

Queste parole, infuocate di sicilianismo, sono di Raffaele Lombardo, intervistato da Stefano Lorenzetto per Il Giornale.

E non è ancora niente. Sentite qua. Il giornalista chiede: “La Sicilia che si separa dell’Italia mentre il governo Berlusconi vuole costruirvi il ponte sullo Stretto. Cos’è? Una provocazione?“. E il governatore: “No, dico sul serio. In fin dei conti già nel 1943 la Sicilia vagheggiava di diventare una nazione autonoma e federata degli Stati Uniti d’America. Chiederò al ministro per il Federalismo, Umberto Bossi, che questa secessione la faccia veramente una volta per tutte. Ma in Sicilia. Ci mandi pure al diavolo”.

Ed ancora: “Sono sicuro che, da indipendenti, ce la caveremo meglio che restando sotto la tutela di Roma“.

Interrogato sull’autonomia, Lombardo ha detto: “Le sole entrate fiscali derivanti dalla raffinazione del petrolio negli impianti di Gela, Milazzo, Augusta, Ragusa, Priolo e Melilli ci bastano e avanzano per essere autosufficienti, insieme con altre regioni. Sa quanto incassa di accise lo Stato italiano sulla nostra pelle? Dieci miliardi di euro. Ci lascino quello che è dei siciliani e noi siamo a posto“.

E il federalismo? “Temo che non si realizzerà affatto com’è stato pensato. E allora meglio che ciascuno vada per la propria strada. Scapperanno coloro che trovano più conveniente tirare a campare, lasciare che le cose restino come sono”.

Il governatore, infine, parla anche di storia e dell’Unità d’Italia, di cui, si ricorda, si dovrebbe festeggiare il 150° anniversario: “L’unificazione non è stata un affare né per i veneti né per i siciliani né per nessuno“.

E racconta una vicenda di Grammichele, suo paese d’origine: “C’è una strada intitolata al generale Enrico Cialdini. Per oltre un secolo abbiamo celebrato i genocidi di questo ufficiale savoiardo, poi senatore del Regno d’Italia, responsabile dei massacri di Pontelandolfo e Casalduni, compiuti nel 1861. I liberatori non lasciarono che pietra su pietra, come ordinato da Cialdini: fuciliarono uomini, donne, vecchi, preti e bambini. La sedicenne Concettina Biondi fu legata a un palo da dieci bersaglieri che la violentarono a turno sotto gli occhi del padre contadino. Dopo un’ora svenne. Il soldato piemontese, che la stava stuprando, indispettito, la uccise. Il papà, che cercava di liberarsi per soccorrere la figlia, fu ammazzato anche lui dai bersaglieri. È questo che dovrei celebrare?”

In più: “Quando sarà riscritta la storia d’Italia, si vedrà che una mano al successo della mafia, l’hanno data i garibaldini”. Spiegandoche “Garibaldi portava in Sicilia un regno, la cui capitale era molto lontana. La criminalità organizzata ha bisogno di questo: più distante è il sovrano o il presidente, meglio campa“.

Insomma, il dado è tratto. Lombardo ha varcato il Rubicone.

Nessun commento: