«Pur' 'e pulice tenono 'a tosse». La frase, lapidaria, compare sul blog di Antonio Bassolino. Traduzione letterale: «Anche le pulci hanno la tosse». Un richiamo che a Napoli si usa per le persone che parlano a sproposito e che in questo caso è da leggere come una replica al segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, che si è dichiarato contrario a una possibile ricandidatura del governatore campano al Comune di Napoli.
«Pur' 'e pulice tenono 'a tosse». È la lapidaria espressione dialettale che compare oggi sul blog di Antonio Bassolino, sotto il titolo «Pulci e politica».
La traduzione letterale sarebbe «anche le pulci hanno la tosse», ma la frase - spiegano gli esperti di vernacolo - si usa per bollare coloro che «parlano a sproposito di cose che non conoscono».
Bassolino non fa nomi e non aggiunge altro, ma negli ambienti politici campani la frase è considerata una replica al segretario del Pd, Dario Franceschini, che ha criticato il presidente della Regione nella sua visita di due giorni fa a Napoli.
«Penso - aveva detto Franceschini, rispondendo a una domanda sull'ipotesi che Bassolino si ricandidi a sindaco di Napoli - che ogni stagione politica abbia un inizio ed una fine, e che il Pd di Napoli e della Campania abbiano diritto a guardare al futuro. Quindi penso che sia sbagliato pensare ad una candidatura a sindaco di Bassolino».
Parlando ai simpatizzanti della sua mozione, Franceschini aveva aggiunto: «Le stagioni ci sono anche in politica. La Campania ha avuto il suo inverno, e ora si merita la primavera».
Così, mentre i candidati alla segreteria sono impegnati nel tour elettorale che fino alle primarie di ottobre li porterà in giro per tutta Italia, sul terreno lasciano scontri e polemiche. Anche Franceschini torna, oggi, sul caso-Napoli. Risponde allo sfidante Pier Luigi Bersani, che ieri ha auspicato rinnovamento, ma ha detto di non potersi pronunciare con un sì o con un no sulla sorte del governatore. Anche la sua risposta, come quella a lui rivolta da Bassolino, non ha destinatario, ma il riferimento all'ex ministro è chiaro: va bandita «ogni ipocrisia», dice Franceschini. E aggiunge: «è ora di chiamare le cose con il loro nome e di dire dei sì e dei no: perchè la gente da noi vuole chiarezza e non mezze parole».
Tra i due candidati è scontro anche su un'altra questione 'locale', quella della candidatura alla segreteria regionale ligure, per la mozione Franceschini, di Sergio Cofferati. Bersani si è detto contrario al cumulo delle cariche, suscitando l'indignazione dell'eurodeputato. Ma oggi precisa di non aver voluto «fare nessuna polemica» e anzi ha detto di non gradire «l'aggressività» di Cofferati. A difesa dell'ex sindaco di Bologna, ma anche di Debora Serracchiani (anche lei candidata alla segreteria regionale ed eurodeputata) interviene allora Franceschini, che taglia corto: «Dobbiamo finirla con questa polemica strumentale».
Il segretario torna anche, in giornata, sulla questione della collocazione a sinistra del partito, sollevata dal suo sfidante e che tanto dibattito sta generando nel Pd. «Fare un grande partito significa accettare l'idea delle diversità, che ci sia sì la sinistra ma anche una parte più moderata». E in visita al cimitero di Ravenna, alle tombe di Arrigo Boldrini, «il mitico comandante Bulow della Resistenza» e dell'ex segretario della Dc Benigno Zaccagnini, sottolinea che sono i simboli di «due culture che sono già nello stesso partito, il Pd».
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