09/07/08

La vendetta di Ciriaco

Quando a CIRIACO DE MITA Veltroni negò un posto in lista al senato per raggiunti "limiti di età", l'ex segretario della DC non adoperò una perifrasi davanti alle telecamere: VELTRONI avrebbe presto pagato il prezzo dell'affronto. La promessa è stata già mantenuta: ben 16+1 membri del consiglio provinciale di Avellino si sono dimessi determinandone lo scioglimento. Il presidente della giunta, Alberta De Simone, laconica, ha commentato: “Peccato, passo piu’ tardi in Provincia a ritirare le mie cose“. Si tratta, senza dubbio, di un'operazione voluta e attuata da CIRIACO DE MITA in persona che, pare, stia invece facendo tenere dai suoi fedelissimi in vita il consiglio regionale campano e ANTONIO BASSOLINO proprio per fare un dispetto a VELTRONI. E' sicuramente solo l'inizio e, c'è da scommetterci, nel momento in cui la leadership del segretario del PD risultasse indebolita, i demitiani non tarderanno a palesarsi per l'affondo finale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Solite cose, dette e ridette. Le metto qui tanto per far vedere che il vecchio sardo non ha cambiato idea.


Ca. Perché lei è certo dell'innocenza di Mambro e Fioravanti per la strage di Bologna? Dove vanno cercati i veri colpevoli?
Cos. «Lo dico perché di terrorismo me ne intendo. La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della "resistenza palestinese" che, autorizzata dal "lodo Moro" a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese, si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo. Quanto agli innocenti condannati, in Italia i magistrati, salvo qualcuno, non sono mai stati eroi. E nella rossa Bologna la strage doveva essere fascista. In un primo tempo, gli imputati vennero assolti. Seguirono le manifestazioni politiche, e le sentenze politiche».

Ca. Scusi, i palestinesi trasportavano l'esplosivo sui treni delle Ferrovie dello Stato?
Cos. «Divenni presidente del Consiglio poco dopo, e fui informato dai carabinieri che le cose erano andate così. Anche le altre versioni che raccolsi collimavano. Se è per questo, i palestinesi trasportarono un missile sulla macchina di Pifano, il capo degli autonomi di via dei Volsci. Dopo il suo arresto ricevetti per vie traverse un telegramma di protesta da George Habbash, il capo del Fronte popolare per la liberazione della Palestina: "Quel missile è mio. State violando il nostro accordo. Liberate subito il povero Pifano