31/12/09

Buon 2010 a tutti!

Che sia un anno di ritrovata liberta' e di soddisfazioni senza Bassolino, Iervolino e cloaca circostante.

Auguri a tutti noi patrioti meridionali, a Napoli e a tutti voi lettori.

Auguriamoci di riprenderci la nostra identita' e la nostra terra
spezzando le catene dei colonizzatori. Mando poi i miei saluti a tutti i miei amici spagnoli che mi sono venuti a trovare a Napoli rimanendo colpiti dalla straordinaria bellezza della citta' ma anche dai numerosi punti di contatto che ci sono tra noi napoletani e i valenciani.

Consentitemi, inoltre, un augurio speciale all'Iran,paese che in questo momento sta resistendo all'ennesimo tentativo di golpe da parte delle potenze oscure, e ai miei amici musulmani i quali non mi hanno fatto mancare gli auguri per un Santo Natale.

Un augurio, infine, va esteso anche alle menti eccelse che negli ultimi 10 anni si sono dilettate a portarci allo scontro di civilta' e hanno trovato in Obama il degno successore di Bush : possano ritrovare la fantasia delle origini, visto che le ultime notizie provenienti dall'Iran e sull'attentatore misteriosamente imbarcato senza controlli dimostrano che ne hanno urgentemente bisogno. Non sia mai che i milioni di morti che hanno causato tormentino le loro coscienze!

Auguro un fantastico 2010 a tutti tranne a due bipedi che possono indurre solo al vomito e sono il presidente della camera e l'anonimo nordista che, da parassita ignorante e volgare qual e', vive su questo blog - forse dando un senso alla sua vuota giornata - lasciando insulti che stanno solo a dimostrare l'inferiorita' della razza bastarda a cui appartiere.

17/12/09

Se fosse successo in Iran, apriti cielo...

Accade queste nella perfida Albione, il simbolo del nuovo Occidente. Accade che una ragazza italiana sia stata arrestata e tenuta in cella 5 ore - in applicazione alle leggi antiterrorismo - semplicemente per aver filmato alcuni edifici di rilievo storico e artistico. Accade che Simona Bonomo, un'italiana di 32 anni a Londra per un corso d'arte, sia stata avvicinata da due 'agenti di supporto', una
sorta di poliziotti di quartiere, mentre stava girando un piccolo filmato amatoriale nell'area di Paddington. Quando gli agenti le hanno chiesto perche' stava filmando e lei ha risposto loro ''per divertimento'', uno dei due ha ribattuto:

''Ti piace guardare quegli edifici. Stai filmando per divertimento? Non ti credo''.

Quando la studentessa si e' rifiutata di far vedere il filmato al poliziotto, questi ha incalzato: ''Posso guardarlo comunque se voglio, se credo abbia a che fare con il terrorismo. Stai filmando un sito importante''. Gli agenti hanno poi accusato Bonomo di comportarsi in maniera indisponente e,affermando che stava comunque andando in bicicletta in contromano, hanno minacciato di multarla.

E poi, l'arresto, dopo averla lasciata per qualche minuto, gli agenti sono tornati con rinforzi e, accusandola di essere aggressiva, l'hanno ammanettata e portata in centrale.

Dopo cinque ore di reclusione, e' stata rilasciata con una multa di 80 sterline per disturbo dell'ordine pubblico.

Un episodio spiacevole, certo, ma la cui rilevanza va con buon senso circoscritta.
Senonche' ogni volta che giungono notizie similari dall'Iran per motivi ben piu' fondati assistiamo alla rivolta degli imbecilli

Qualche testata importante avrebbe scritto un articoletto pieno di luoghi comuni e di inni alla liberta' occidentale e i blogs culturalmente appiattiti sulla Santanche' ci avrebbero campato per mesi.

Invece e' successo a Londra, nel centro della centralissima Londra, e nessuno se n'e' accorto.

Ipocrisia o semplice stupidita'?

Caro Gesù, ti scrive un soldatino.

Marcello DE ANGELIS.

Il 7 maggio del 1967, assieme al maggiore dei miei fratelli, ho ricevuto il sacramento della Cresima, che allora si poteva avere contestualmente a quello della Comunione. Eravamo in sette ad essere sacramentati e la ridondanza di questo numero, che avevamo imparato già alle elementari a considerare simbolicamente importante (i sette colli, le sette meraviglie e persino i sette nani...), ci parve rendere ancora più decisiva quella giornata.

Il giorno fu infatti carico di emozioni, tanto che la sera, a letto dopo Carosello, non riuscivamo a prendere sonno e chiacchierammo a lungo del grande cambiamento che l’evento avrebbe portato nelle nostre vite. Mio fratello - bambino dalle visioni semplici e chiare - mi chiese quando, secondo me, ci avrebbero mandato a fare le crociate.

Alla mia domanda di chiarimenti mi rammentò, sottolineando la mia scarsa comprensione delle cose, che il vescovo, ungendoci e mettendoci la fascia con la croce sulla fronte, ci aveva ordinati “soldati di Cristo” e questo aveva un significato incontrovertibile: i soldati combattono, quelli di Cristo combattono contro i nemici di Cristo. E gli unici che gli venivano in mente, per conoscenze storiche, erano i musulmani, che occupavano i luoghi santi.

Io ero già da allora considerato - da mio fratello in particolare - un piccolo saccente petulante, quindi quando gli feci notare che in quel momento non c’erano crociate in corso e che a Gerusalemme non c’erano tanto i maomettani quanto gli israeliani, si mostrò stizzito ma non insistette più di tanto, rinviando a ulteriori approfondimenti.

A distanza di anni però, le crociate ancora non iniziavano e noi volevamo ancora essere soldati di Cristo. In Medio Oriente c’era la guerra sì, ma coinvolgeva più nazioni che religioni e la nostra immaginazione venne catturata dal conflitto scoppiato in Nord Irlanda tra cattolici e protestanti. I cattolici erano evidentemente vessati e vittime della violenza odiosa degli eretici - che noi ritenevamo tra l’altro non essere irlandesi ma inglesi invasori.

La sera, nelle mie preghiere prima di dormire, cominciai a chiedere quotidianamente a Gesù di far morire il reverendo Ian Paisley, leader dei lealisti che vedevo, in un’informazione televisiva in bianco e nero (in tutti i sensi), come i nemici della nostra religione. Dio non mi dette mai ascolto, tant’è che il reverendo è ancora in vita e finì per fare parte del primo governo “misto” del Nord Irlanda in accordo con i cattolici repubblicani del Sinn Féin.

Pochi anni dopo - eravamo alle medie - le nostre speranze di essere chiamati a combattere vennero risvegliate dagli scontri tra Valloni (francofoni e cattolici) e Fiamminghi (germanici e protestanti), in Belgio. In televisione assistevamo a sassaiole e cariche della polizia e speravamo che lo scontro dilagasse in tutta Europa opponendo ovunque cattolici e protestanti come nella Guerra dei trent’anni. Noi, ovviamente, soldati di Cristo, avremmo difeso la Santa sede e il Santo padre. Avevamo fatto le elementari dalle suore e già da molti anni eravamo negli scout cattolici, che ci avevano rafforzato nell’idea di essere cavalieri che combattevano senz’armi al servizio di Dio.

Sette anni dopo la cresima avevamo trovato una visione più chiara di chi dovessimo combattere. Giunti al liceo avevamo conosciuto i comunisti - che nel Sessantotto animavano i miei incubi perché la suora ci diceva che avevano occupato l’Università dove aggredivano i religiosi e spezzavano i crocefissi - e che dal vivo erano anche peggio. Oltre a odiare Dio erano anche nemici della Patria. Oltre a spezzare i crocefissi sputavano sul Tricolore e questo noi, che come primo libro avevamo letto Il piccolo alpino di Salvator Gotta e avevamo promesso «sul nostro onore» da giovani esploratori, «di fare del nostro meglio per compiere il nostro dovere verso Dio e verso la Patria», non potevamo proprio permetterlo.

Ben presto, prima che un nuovo settennato fosse compiuto, scoprimmo che i veri nemici di Dio e della Patria si nascondevano spesso sotto le insegne delle istituzioni, truffando e derubando il popolo che gli dava fiducia e servendo come lacchè le potenze straniere che ci avevano sconfitto in guerra. I comunisti restavano comunque nei nostri pensieri, anche perché, a loro volta, avevano scoperto quanto utili nemici fossimo noi, che nel frattempo eravamo militanti di destra a tempo pieno, tentando di spedirci all’ospedale o al Creatore in vari modi e cercando di mandare in fumo o in pezzi la nostra casa.

Non so a quali riflessioni sarebbe giunto mio fratello con un ennesimo settennato, non lo saprò mai. Morì in una cella del carcere di Rebibbia a ventidue anni, ancora assolutamente convinto di combattere contro i nemici di Dio e della Patria.

Io, che di settennati ne ho maturati invece alcuni altri, continuo ad aggiustare la mia schmittiana “identificazione del nemico” con il variare dei tempi e della storia. A cinquant’anni ritengo, senza più l’innocenza del bambino o del ragazzino, che il nemico di Dio sia l’ateo e non chi prega in un’altra lingua. E considero blasfemo chi asserisce che gli altri preghino un Dio diverso dal nostro, perché Dio è e può essere solo Uno (come sapeva già Plotino).

Ho continuato a sentire Dio chiamarmi alla crociata per liberare i luoghi santi (la chiamata che tanto aspettava mio fratello che come ultimo progetto, prima di morire, voleva raggiungere il Libano per combattere con i maroniti), ma quei luoghi vorrei liberarli dall’odio che genera odio, da una pratica quotidiana di umiliazione e di violenza e dalla disperazione che non ci possa mai più essere una soluzione di giustizia e di pace.

Non prego più Dio di far morire gli avversari del cattolicesimo, ma sicuramente lo imploro quotidianamente di inibire le capacità di espressione di chi sporca tutto ciò che è sacro sfruttandolo per una prima pagina, un po’ d’attenzione televisiva, per vendere qualche copia in più di un libro o di un quotidiano o, peggio ancora, per buttarsi in politica.

I simoniaci, quelli che fanno commercio delle cose di Dio, quelli sì che mi fanno schifo. E quelli che straparlano di cose a cui non hanno dedicato nemmeno sei mesi di studio. E quelli che parlano a nome di questi o quelli senza rappresentare altro che se stessi. Che si dicano cristiani o musulmani.

Mi commuovo ancora per quel bambino nato in Palestina, un ebreo rinnegato dai suoi, considerato un sovversivo da tutti, sacrificato sulla croce per placare i conflitti politici e riportare l’ordine in una colonia. Un bambino che un miliardo di persone considerano figlio di Dio e un altro miliardo considerano uno dei più venerabili profeti di Dio. Non lo considerano Dio, perché, dicono, se Dio è unico non può esserci nessun altro come lui, e non capiscono proprio come si possa essere Uno e Trino.

E venerano Maria, ma non la chiamano Madre di Dio, perché Dio, che è il padre di tutte le cose, non può avere né padre né madre, perché il creatore non può essere creato. E chiamano Gesù “il profeta Isa”, ma non “il figlio di Dio” perché, dicono, siamo tutti figli di Dio.
Ma nessuno, oggi, li considera nemici per questo, bensì perché parlano strano, odorano strano, si vestono strano e pregano facendo cose buffe. Quindi vanno tenuti fuori dal nostro mondo perché essere strano, evidentemente, è contagioso e potrebbe far diventare strani anche noi.

C’è il pericolo che le nostre figlie, anziché andare a ballare sui cubi a dodici anni, mettersi il pearcing, la minigonna e magari abortire a sedici e chiederci le tette e il naso finto per il loro diciottesimo compleanno e a quarant’anni - donne autonome e affermate - modificarsi anche le labbra, gli zigomi e qualche altro pezzo, ci tornino un giorno a casa con un fazzoletto in testa, come le nostre nonne

Ancora non potrei giurare che Cristo sia la sola via e non potrei mai essere un soldato contro un altro fedele alla ricerca della verità per un’altra via. Né posso essere nemico di chiunque preghi sinceramente Dio. Comunque lo chiami e in qualunque altra lingua.

Vorrei ancora essere un soldato invece, per combattere fino all’ultimo giorno chiunque veneri alcunché al di fuori di Dio: la carriera e il successo, il danaro e il potere, il lusso, la menzogna, la vanità e, insomma, se stesso. Come certi conduttori e certe signore, certi direttori o peggio i loro vice.
Aiutami, ti prego, bambino Gesù, a non diventare mai come loro.

E se vedi che sto per diventarlo, fammi morire prima. Perché io credo nella vita eterna e morire è solo un ritornare a Dio, che è l’origine e la fine di tutte le cose. E questo è anche il mio biotestamento. Liberami, o Signore, da medici e magistrati, come dalla solitudine e dal dolore.

A Sud solo il 27% delle risorse: da 150 anni si pappa tutto il Nord.

Nel 2007 lo Stato ha erogato pagamenti per circa 629 miliardi di euro: e' il Nord che assorbe piu' risorse, quasi quanto Centro e Sud assieme.E' una cifra che comprende la spesa per attivita' quali l'istruzione, la difesa del territorio, le prestazioni assistenziali, la sicurezza. Lo rileva il rapporto 'La spesa statale regionalizzata', realizzato dalla Ragioneria generale dello Stato. Alle Regioni del Nord sono andate circa il 43% delle risorse; al Centro circa il 30% e al Sud solo il 27%.

ECCO QUI L'UNITA'!

16/12/09

A Napoli lo sceriffo di Nottingham

La sindacessa Rosa Russo Iervolino non ha digerito ancora le dimissioni di Riccardo Realfonzo, suo assessore al bilancio per un anno in seguito alla fuga - quasi da latitante - dell'altro galantuomo. «Inspiegabili politicamnte,ha la sindrome di Robin Hood» ha ribadito in aula. Piccata la replica dell’ex assessore: «Allora lei è lo sceriffo di Nottingham». Poi un’altra stoccata: «Tutti hanno capito che le mie dimissioni costituiscono un atto di denuncia del sistema inefficiente e clientelare con il quale vengono gestite le società comunali.

13/12/09

Il lodo Di Pietro.

Antonio DI PIETRO, un personaggio squallido amato da gente ancora piu' squallida di lui, non piu' di 3 giorni fa ha incitato la piazza alla violenza con un registro linguistico che, se fosse stato stato utilizzato da un boss, avremmo definito intimidazione mafiosa. Ora l'aggressione subita da Berlusconi e il primo - vile - commento istintivo di DI PIETRO alla notizia dimostrano che costui e' stato il mandante politico di questo atto criminoso. Per il codice penale l'istigazione e' punibile quando questa viene accolta e il reato viene consumato. E' questo il caso.

Perche' Di Pietro non si fa, allora, processare dai suoi ex colleghi?
O gode di una impunita' particolare che non necessita di lodi e che gli riconosce il diritto a sparare fesserie?

12/12/09

E’ il caso che la Provincia esca da Bagnolifutura

sabato, dicembre 5, 2009
Rispoli: dal Comune artifici ai limiti della legalità

(di Espedito Vitolo da il Corriere del Mezzogiorno)

Bagnoli avrebbe dovuto uni­re la città e le istituzioni in un progetto uni­co dal quale ripartisse la rinascita. Un ango­lo meraviglioso del Golfo da risistemare do­po la morte dell’Italsider. E invece tutto è ancora lì. A sottolinearlo, meno di un mese fa, anche la Corte dei Conti: «La trasforma­zione urbana – scrissero i magistrati conta­bili – è stata decisa fin dal 1994, ma ancora non è stata completata nonostante la con­gruità dei finanziamenti concessi per oltre 259 milioni di euro (la spesa tuttavia è sta­ta solo del 30%)». Ora la vicenda di Bagno­li, divide radicalmente Provincia e Comu­ne. Luigi Rispoli, presidente del Consiglio provinciale, ha molte perplessità, soprattut­to dopo l’ultima ordinanza del Comune di Napoli. «Una vicenda, quella di Bagnoli ­spiega – che come tante altre che riguarda­no il Comune di Napoli, assume sempre di più toni grotteschi ed inverosimili».

A cosa si riferisce?

«Come si sa, il Comune di Napoli ha ap­provato il 23 ottobre scorso una proposta di piano attuativo per Bagnoli che, sostan­zialmente, toglie cubature precedentemen­te destinate alla produzione di beni e servi­zi e le assegna alle abitazioni. La proposta, che nasce nella Società Bagnolifutura, appa­re priva di una reale motivazione ed è co­struita su un presupposto più che discutibi­le: a parità di numero complessivo di abita­zioni si modificano solo le volumetrie».

Questo quali conseguenze comporta?

«Ovviamente i carichi urbanistici effetti­vi non potranno che cambiare facendo va­riare a loro volta gli standard abitativi e so­prattutto il valore dei suoli. In pratica è faci­le comprendere che, a parità di volumetrie, mantenere lo stesso numero di alloggi vuol dire solo costruire case più grandi il cui costo sarà inevitabilmente maggiore».

In cosa consiste lo scontro con la Pro­vincia?

«La nostra amministrazione, guidata da Luigi Cesaro, non ha potuto non interveni­re. Su proposta dell’assessore Aniello Pa­lumbo è stata approvata pochi giorni fa una deliberazione con la quale vengono formulate, precise osservazioni destinate certamente a far discutere. Segnaliamo co­me il provvedimento adottato dal Comune costituisca una variante alle previsioni del­la strumentazione urbanistica generale».

In che modo?

«I nostri tecnici hanno fatto una istrutto­ria; la Variante Occidentale, approvata a suo tempo dal Consiglio comunale, stabili­sce per le residenze il limite massimo di 300mila metri cubi. Quindi, il Pua (piano urbanistico attuativo, ndr), in quanto tale, non poteva elevare questo valore a 515 mi­la metri cubi perché tale variazione si con­figura in maniera inequivocabile come una variante. Gli uffici provinciali, inoltre, hanno anche evidenziato come il Pua, nel momento in cui modifica la suddivisione contenuta nella tabella prevista dall’artico­lo 23 della predetta Variante, compie un at­to che si configura come un’ulteriore modi­fica al Prg, di competenza, quindi, del Con­siglio comunale. Infine, anche la previsio­ne relativa all’assenza di incremento urba­nistico proposta dal Comune viene scon­fessata. Infatti, applicando correttamente i parametri risulterebbe un aumento degli abitanti pari a 2156 unità che obbliga a un incremento delle aree da destinare a stan­dard abitativi. Insomma, con la delibera ap­provata dalla Giunta comunale ci trovia­mo di fronte non solo ad un artifizio urba­nistico a nostro avviso ai limiti della legali­tà, ma anche di fronte ad un nuovo e peri­coloso esautoramento del Consiglio Comu­nale che, visto quanto rilevato dalla Provin­cia, dovrebbe essere invece competente sulla materia».

Sono accuse gravi.

«No, è l’intervento di un’amministrazio­ne ormai al capolinea che pretende di deci­dere le sorti e il futuro di Napoli e dell’inte­ra provincia. Alla luce di tutto ciò, che di­mostra tra l’altro ancora una volta come si intendano le relazioni interistituzionali da parte del centrosinistra, non possiamo che porci seriamente il quesito se valga effetti­vamente ancora la pena come amministra­zione provinciale di restare nell’ormai cal­derone Bagnolifutura » .

11/12/09

Alla faccia degli imbecilli.


2 marocchini, 2 olandesi, 2 statunitensi (tra cui una ragazza), un polacco, uno spagnolo, un tedesco e un napoletano; oppure, se preferite, 5 cattolici(tra cui una ragazza), 4 musulmani e un evangelico. Questa foto e' dedicata agli imbecilli, bushisti-leghisti, che continuano a vaneggiare nei loro blogs. La realta' e' ben diversa: E' FRATELLANZA!

Clamoroso, forse il PdL punta su uno in gamba.

Berlusconi, consapevole delle mezze cartucce che inquinano il PdL in Campania, ha capito che, per cercare una persona affidabile, deve guardare oltre il suo partito: ha cosi', di fatto, sfiduciato quei 61 parlamentari che avevano appoggiato Cosentino prima e hanno fatto quadrato sui dirigentuncoli di partito poi. SPERIAMO E ASPETTIAMO L'UFFICIALITA'.


Sembra tramontare la candidatura di Nicola Cosentino alla presidenza della Regione Campania. Silvio Berlusconi ha detto infatti che si sta profilando una candidatura esterna alla politica. In Campania ci saranno delle sorprese, ha affermato parlando ai giovani del Ppe incontrati in una sala dell’albergo che lo ospita a Bruxelles. Per la candidatura, secondo quanto riferito da diversi presenti, Berlusconi ha sostenuto che si sta profilando una candidatura esterna alla politica e che si attingerà dalla società civile.


IL NOME - Di chi si tratta? Secondo alcuni si punterebbe sul magistrato Arcibaldo Miller, capo degli ispettori di via Arenula. Un nome che servirebbe a dare un segnale di legalità in una regione tormentata dalla criminalità e dagli scandali. Un nome che farebbe il paio con quello in campo in Puglia dove il Pdl starebbe puntando su Stefano Dambruoso, ex magistrato dell'antiterrorismo e oggi consulente del ministro Alfano. Ma resta in campo anche una possibile candidatura del numero uno degli industriali napoletani, Gianni Lettieri. E la sorpresa potrebbe arrivare da una possibile candidatura del patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis.

BERTOLASO - «Il Pdl farà in fretta la scelta del candidato alla presidenza della Campania ora che il caso Cosentino è stato risolto, ma lo farà anche con la dovuta riservatezza», così qualche ora prima delle esternazione di Berlusconi, si era pronunciato il vice capogruppo dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello. Alla domanda di una giornalista una valutazione su Bertolaso quale possibile candidato, Quagliariello ha replicato «sarebbe una ottima scelta basti vedere come ha risolto la questione dei rifiuti»

10/12/09

In fuga l'assessore Realfonso, avanti un altro!

A meno di un anno dalla fuga dalla politica dell'ex assessore al bilancio del comune di Napoli Enrico Cardillo, anche il suo successore REALFONSO si dimette. Nel primo caso Cardillo aveva tentato di spegnere i riflettori su di lui nel giorni dell'apertura delle indagini a suo carico per un paio di reati contro il patrimonio e il suicidio dell'altro assessore Giorgio Nugnes; ora i motivi rimangono oscuri. Quel che e' certo e' la sindacessa e compagni continuano a scendere agli inferi. Solo che non ci fanno sorridere.


L'assessore al bilancio del Comune di Napoli, Riccardo Realfonzo, si è dimesso. «Posso dire di avere raggiunto il principale risultato che mi ero prefisso - dice agli organi di stampa l'assessore della Giunta guidata dal sindaco Rosa Russo Iervolino - evitare il dissesto comunale salvaguardando le fasce sociali più deboli. Sono molto soddisfatto per questo, ma al tempo stesso devo constatare che negli ultimi tempi gli spazi per una vera azione di rinnovamento della pratica politica cittadina si sono ridotti, fino a scomparire. Per questo ieri ho rassegnato le mie dimissioni. È stata una decisione meditata e sofferta, necessaria per rimanere coerente con gli obiettivi di rigore, trasparenza e tutela dell'interesse collettivo che ho sempre perseguito».

Realfonso poi punta il dito: «Purtroppo, salvo rare eccezioni, la realtà delle società partecipate del Comune di Napoli resta figlia di un modo di fare politica che ha avuto la meglio in questi anni, che si è annidato soprattutto tra le frange egemoni del Partito democratico e che sta evidenziando i suoi limiti e le sue degenerazioni. Mi riferisco a un complesso scoordinato di strategie che puntano a proteggere interessi particolari, e che tendono a usare le partecipate come macchine per il consenso, legate a prebende e a privilegi. Sono criteri di gestione che finiscono col mortificare i cittadini e gli stessi lavoratori delle aziende comunali, in larghissima parte onesti e volenterosi».

07/12/09

Il mafioso Nicchi arrestato, il popolo esulta.

Corruzione nella PA, Veneto e Sicilia le prime.

Veneto batte Campania. E non si tratta di un primato imprenditoriale ma della classifica delle truffe ai danni dello Stato presentata dal ministro Brunetta. Il record dei furbetti a spese del denaro pubblico spetta alla Sicilia (853 episodi denunciati), al secondo posto però troneggia la regione del Nord Est. In Veneto in cinque anni ci sono stati 773 casi di queste truffe, 32 episodi di corruzione, 27 di concussione e 264 di abuso in atti d'ufficio. Le regioni più virtuose sono Val D'Aosta, Umbria, Molise.

In realtà questi dati, presentati dal solito ministro, non servono a capire quale sia la salute etica della pubblica amministrazione in Italia: non permettono di farsi un'idea del livello di corruzione e quindi di impostare una linea di prevenzione. I numeri delle truffe ai danni dello Stato non forniscono cifre sulla quantità di denaro frodato così come il totale dei casi di corruzione non spiega se si tratta di tangenti intascate da politici per iniziative che condizionano il futuro dei cittadini o dei 50 euro messi in tasca da un vigili per annullare una multa. La Lombardia infatti risulta avere il record della corruzione battendo la Campania: 111 episodi contro 105. Un dato che sembra solo segnalare una migliore efficacia dei controlli al Nord.

Insomma, sono numeri che aiutano solo a fare un titolo ad effetto - come tante sparate del ministro Brunetta - e non servono a comprendere la realtà del Paese. Ci vorrebbero strumenti statistici nuovi, che offrano al legislatore e ai cittadini la possibilità di capire quanto sia esteso il malcostume tra gli amministratori e permettano di prendere provvedimenti. Soprattutto ora che - tra crisi ed evasione fiscale - di denaro nelle casse pubbliche ne è rimasto poco.

03/12/09

Regione, e' ufficiale: il candidato del PdL sara' comunque un incapace.

Ottavio Lucarelli

NO al candidato della società civile per la guida della Regione. Le schermaglie Fini-Berlusconi fanno slittare le scelte e Nicola Cosentino, pronto ad annunciare il definitivo passo indietro, riunisce i vertici Pdl in piazza Bovio per organizzare tesseramento e candidature. Sul tavolo tanti nomi, ma la decisione presa d´intesa con il presidente della Provincia Luigi Cesaro e con gli ex di An Marcello Taglialatela e Mario Landolfi è di sbarrare la strada a qualsiasi ipotesi che arrivi dalla società civile. Decisione che pone un veto forse insormontabile per il presidente degli industriali campani Gianni Lettieri.
«Il candidato – questa la parola d´ordine di Cosentino – dovrà essere un politico. Altrimenti sarebbe una delegittimazione per tutto il nostro gruppo dirigente. E questo non è accettabile dopo le vittorie nei grandi Comuni e nelle Province».
Linea condivisa, come spiega il deputato Marcello Taglialatela: «Il candidato Pdl per la Regione sarà un politico. Un candidato della società civile si sceglie quando c´è un deficit di classe dirigente, ma nel nostro caso i recenti successi e il lavoro che stiamo portando avanti da tempo sono la dimostrazione che la classe dirigente del centrodestrra in Campania c´è ed è legittimata a portare un proprio esponente in Regione».
E intanto Cosentino continua a macinare incontri e riunioni. Ieri i fedelissimi nel vertice regionale Pdl. Oggi la manifestazione in cui la Destra presenta le proposte per “la rinascita della Campania” alle 17 nella sala del consiglio provinciale in Santa Maria la Nova. Mentre tra dieci giorni scatta il tesseramento. Per raccogliere le adesioni al Popolo della libertà saranno allestiti gazebo nelle principali piazze della Campania con una campagna di informazione che prenderà il via nei prossimi giorni. «Siamo convinti – afferma Cosentino – che il Pdl della Campania risponderà con il solito entusiasmo anche a questa iniziativa che coinvolge direttamente il popolo».
Il 9 dicembre i vertici Pdl si ritroveranno con esponenti delle professioni all´hotel Continental, dove la fondazione “Nuova Italia” e l´associazione “Nuova Campania” presentano il dibattito “Napoli-Roma, due capitali, una grande Area metropolitana per lo sviluppo


E' mai possibile questi cialtroni non si rendano conto di essere impresentabili? Nelle parole virgolettate di Taglialatela c'e' tutto il succo del problema: non solo sono impresentabili, ma non ne hanno nemmeno coscienza. Per questo motivo, qualunque sara' il candidato che il PdL presentera', sara' invotabile.