sabato, dicembre 5, 2009
Rispoli: dal Comune artifici ai limiti della legalità
(di Espedito Vitolo da il Corriere del Mezzogiorno)
Bagnoli avrebbe dovuto unire la città e le istituzioni in un progetto unico dal quale ripartisse la rinascita. Un angolo meraviglioso del Golfo da risistemare dopo la morte dell’Italsider. E invece tutto è ancora lì. A sottolinearlo, meno di un mese fa, anche la Corte dei Conti: «La trasformazione urbana – scrissero i magistrati contabili – è stata decisa fin dal 1994, ma ancora non è stata completata nonostante la congruità dei finanziamenti concessi per oltre 259 milioni di euro (la spesa tuttavia è stata solo del 30%)». Ora la vicenda di Bagnoli, divide radicalmente Provincia e Comune. Luigi Rispoli, presidente del Consiglio provinciale, ha molte perplessità, soprattutto dopo l’ultima ordinanza del Comune di Napoli. «Una vicenda, quella di Bagnoli spiega – che come tante altre che riguardano il Comune di Napoli, assume sempre di più toni grotteschi ed inverosimili».
A cosa si riferisce?
«Come si sa, il Comune di Napoli ha approvato il 23 ottobre scorso una proposta di piano attuativo per Bagnoli che, sostanzialmente, toglie cubature precedentemente destinate alla produzione di beni e servizi e le assegna alle abitazioni. La proposta, che nasce nella Società Bagnolifutura, appare priva di una reale motivazione ed è costruita su un presupposto più che discutibile: a parità di numero complessivo di abitazioni si modificano solo le volumetrie».
Questo quali conseguenze comporta?
«Ovviamente i carichi urbanistici effettivi non potranno che cambiare facendo variare a loro volta gli standard abitativi e soprattutto il valore dei suoli. In pratica è facile comprendere che, a parità di volumetrie, mantenere lo stesso numero di alloggi vuol dire solo costruire case più grandi il cui costo sarà inevitabilmente maggiore».
In cosa consiste lo scontro con la Provincia?
«La nostra amministrazione, guidata da Luigi Cesaro, non ha potuto non intervenire. Su proposta dell’assessore Aniello Palumbo è stata approvata pochi giorni fa una deliberazione con la quale vengono formulate, precise osservazioni destinate certamente a far discutere. Segnaliamo come il provvedimento adottato dal Comune costituisca una variante alle previsioni della strumentazione urbanistica generale».
In che modo?
«I nostri tecnici hanno fatto una istruttoria; la Variante Occidentale, approvata a suo tempo dal Consiglio comunale, stabilisce per le residenze il limite massimo di 300mila metri cubi. Quindi, il Pua (piano urbanistico attuativo, ndr), in quanto tale, non poteva elevare questo valore a 515 mila metri cubi perché tale variazione si configura in maniera inequivocabile come una variante. Gli uffici provinciali, inoltre, hanno anche evidenziato come il Pua, nel momento in cui modifica la suddivisione contenuta nella tabella prevista dall’articolo 23 della predetta Variante, compie un atto che si configura come un’ulteriore modifica al Prg, di competenza, quindi, del Consiglio comunale. Infine, anche la previsione relativa all’assenza di incremento urbanistico proposta dal Comune viene sconfessata. Infatti, applicando correttamente i parametri risulterebbe un aumento degli abitanti pari a 2156 unità che obbliga a un incremento delle aree da destinare a standard abitativi. Insomma, con la delibera approvata dalla Giunta comunale ci troviamo di fronte non solo ad un artifizio urbanistico a nostro avviso ai limiti della legalità, ma anche di fronte ad un nuovo e pericoloso esautoramento del Consiglio Comunale che, visto quanto rilevato dalla Provincia, dovrebbe essere invece competente sulla materia».
Sono accuse gravi.
«No, è l’intervento di un’amministrazione ormai al capolinea che pretende di decidere le sorti e il futuro di Napoli e dell’intera provincia. Alla luce di tutto ciò, che dimostra tra l’altro ancora una volta come si intendano le relazioni interistituzionali da parte del centrosinistra, non possiamo che porci seriamente il quesito se valga effettivamente ancora la pena come amministrazione provinciale di restare nell’ormai calderone Bagnolifutura » .
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