07/03/10

Cesaro e gli appalti del G8.

Che ci fa il deputato e presidente della Provincia di Napoli nell’inchiesta sugli appalti del G8? Se lo stanno chiedendo gli inquirenti del capoluogo toscano, da quando sono venuti in possesso di una serie di sue intercettazioni telefoniche con un indagato .

Di Luigi Cesaro ci siamo occupati già qualche tempo fa, in particolare nella nostra inchiesta sulle tante ombre giudiziarie (e non solo) che ammantano il Popolo delle libertà in Campania. Cesaro, presidente della Provincia di Napoli e, allo stesso tempo, pure deputato alla Camera a Roma è un personaggio politico piuttosto discusso. Adesso il suo nome è emerso in alcune intercettazioni telefoniche contenute nell’informativa del Ros di Firenze, nell’ambito dell’inchiesta sui lavori del G8. La stessa inchiesta che sta portando alla luce tutto il ciarpame “politico-affaristico” che è ruotato intorno all’organizzazione (peraltro poi saltato) del G8 alla Maddalena in Sardegna, che coinvolge, tra gli altri, il sottosegretario e capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, il vice coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini e diversi altri imprenditori e “colletti bianchi”. Una storia di pubblici ufficiali corrotti definiti da alcuni degli stessi indagati “veri banditi”.

UN OPACO BACKGROUND – Cesaro è originario di Sant’Antimo, piccolo comune dell’agro aversano a pochi chilometri, rispettivamente, da Napoli e Caserta. In passato è stato chiamato in causa dal collaboratore di giustizia e già affiliato al potente clan camorrista dei Casalesi, Gaetano Vassallo, quale referente “politico” del clan. Mentre, a sua volta, l’ex presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti l’ha definito “un politico in odore marcescente di collegamenti con la camorra“. Il parlamentare, secondo il collaboratore di giustizia, sarebbe stato una sorta di “fiduciario del clan Bidognetti“: il boss detto “Cicciotto ‘e Mezzanotte“, condannato all’ergastolo nel processo “Spartacus” assieme all’altro superboss, Francesco Schiavone alias “Sandokan“, che ha dominato per anni l’alleanza criminale casalese. Cesaro, sarebbe intervenuto nella riconversione dell’area industriale dismessa dalla Texas Instruments di Aversa. Nel 1999 lo stabilimento viene venduto ad un’immobiliare di Bologna e poi chiuso, con la messa in mobilità di 370 dipendenti. Poi nel 2005 la ditta del fratello di Cesaro ottiene il permesso per costruirvi una nuova struttura industriale. Ma nulla – secondo gli inquirenti – nei piani dei Cesaro è riconducibile ad una riconversione produttiva. Infatti, l’anno scorso è stato avviato il percorso per cambiarne la destinazione, peraltro bloccato dalla protesta dell’opposizione e dei cittadini. La zona, ancora oggi, resta perciò inutilizzata. A farne crescere il valore, tuttavia, è il fatto che tra poco vi sorgerà una fermata del metropolitana di Napoli. Non solo, recentemente è stato presentato un altro progetto, che avrebbe forti sponsor in Regione Campania, per farvi nascere centri commerciali e parcheggi. Sta di fatto, comunque, che le accuse verso l’ex esponente socialista ed oggi notabile del Pdl, non sono mai state direttamente dimostrate.
L’INTERCETTAZIONE - Dalle intercettazioni del Ros di Firenze, infatti, emergono non solo inquietanti intrecci finalizzati al conseguimento di appalti ed affari, ma anche interessi politici. Tra i contatti politici del dipendente del ministero delle Infrastrutture, Antonio Di Nardo, già indagato nell’inchiesta, c’è, come detto, anche Luigi Cesaro. Il 21 ottobre 2009, si legge nell’informativa, Nunzio Di Martino, un esponente locale dell’Udc chiama Di Nardo e gli spiega che vorrebbe contrattare il passaggio al Pdl del suo pacchetto di voti. Successivamente Di Nardo ne parla al telefono con Cesaro. Ecco il testo di una delle intercettazione tra Di Nardo e il presidente della Provincia di Napoli. – Di Nardo: “…ti ho richiamato volevo sapere una cosa… perché c’è un mio amico che sta a Ercolano che fa parte di… sta con Pionati… Unione di Centro“. – Cesaro: “…eh sta con noi“. – Di Nardo: “…allora lui mi chiedeva … siccome quello c’ha chiesto di candidarsi per la Provincia“. Cesaro: “…eh“. – Di Nardo: “…ma tu sai come sono mò le altre candidature? … è Pdl o lui va per fatti suoi?“. – Cesaro: “…no… sta insieme a noi appoggia la Lista del Presidente“. – Di Nardo: “…ho capito che appoggia la Lista… per sapere i voti che lui piglia … è possibile poi saperli?“. – Cesaro: “…come no?!“. – Di Nardo: “…cioè come … com’è la?“. – Cesaro: “…chi vota a lui vota la Lista sua e se li prende solo lui“. – Di Nardo: “…ah quindi lui in effetti sarà in una Lista … Unità di Centro come si chiama“. – Cesaro: “…collegata eh“. - Di Nardo: “…collegata a te ho capito… va bè è questo che volevo sapere“.

“DAMMI IL TUO CONTO CORRENTE” - Da un’ulteriore intercettazione, risulta inoltre che Di Nardo s’informa anche sugli estremi di un conto corrente con cui finanziare la campagna elettorale di Cesaro. In un’altra intercettazione, infine, si capisce bene qual è lo scenario complessivo. Il costruttore indagato, Riccardo Fusi, descrive la ressa degli imprenditori al Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo di via della Ferratella a Roma, dove vengono presentate le richieste di partecipazione alle gare a licitazione privata per otto lotti di lavori da assegnare in vista del G8 alla Maddalena: “Sembra di essere ad un pronto soccorso - si legge -, tutti gli imprenditori fuori dalla porta in fila. Lo sai al G8 quante richieste sono arrivate? Anche un indiano c’è. Sono 32 le aziende che hanno iscritto”. “La scadenza era il 15, l’hanno prorogata al 30, hanno iscritto tutti. Anche un indiano c’è...”, dice Fusi, che rimarrà escluso dai lavori: la Btp vi partecipa in un’Ati (associazione temporanea d’imprese), insieme al Consorzio Stabile Novus (CSN), guarda caso, di Napoli.
PIETRO SALVATO

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