E' finita tra le polemiche la sfida di beach volley femminile tra la Russia e la Georgia. Le atlete russe, eliminate dalle georgiane, hanno fatto notare di essere state buttate fuori, in realtà, da due brasiliane naturalizzate a suon di dollari. E il presidente della federazione georgiana ha risposto a brutto muso: zitte voi che ci state invadendo. "Abbiamo giocato contro il Brasile, non la Georgia" , ha detto la russa Alexandra Shiryaeva dopo l'incontro, perso per 1-2: "Queste non conoscono nemmeno il nome del presidente georgiano". Non ha tutti i torti, la ragazza: Christine Santanna e Andreeza Chagas hanno ottenuto la cittadinanza della Georgia senza nemmeno vivere in questo Paese. I loro nomi sono stati cambiati in Saka e Rtvelo, che sono poi le due parti del nome Georgia in lingua locale. Stesso discorso, e ancor più comico, per la coppia del beach volley maschile georgiano: altri due brasiliani ingaggiati dietro lauto compenso che si chiamano Renato Gomes e Jorge Terceiro, ma per esibirsi nel loro sport, non solo ai Giochi, si sono fatti ribattezzare Geor e Gia.
Il presidente della Federazione volley georgiana, Levan Akhvlediani, ha replicato alle accuse delle russe schiacciando duro, pure troppo: "Qui è solo sport e le guerre è meglio vincerle sui campi di gara: sono notti che non dormo per l'invasione russa del mio paese. Con le loro proteste le russe si sono dimostrate cattive perdenti. Ora che sono state sconfitte si lamentano di essere state battute dal Brasile, se avessero vinto, avrebbero detto di aver battuto la Georgia. Dopo lo scoppio della guerra molti dei nostri atleti volevano andarsene da Pechino, ma siamo rimasti su ordine del presidente Saakashvili e abbiamo continuato a gareggiare nel rispetto dello spirito olimpico, nonostante la preoccupazione, senza avere praticamente notizie delle nostre famiglie. Ma ora a casa sono sicuro che tutti sono molto contenti".
Geor e Gia invece avevano perso tre giorni fa contro il Brasile vero, campione olimpionico in carica (Ricardo ed Emanuel), col quale dividono allenatori e centro tecnico di preparazione: "In Georgia non è che ci stiamo molto: per il beach volley il Brasile è molto meglio". Solo per quello, naturalmente.
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