25/03/09

T-shirt dei soldati israeliani inneggiano al genocidio palestinese

Israele stato canaglia!

Bambini palestinesi trucidati, madri in lacrime sulla tomba dei loro figli, foto di ragazzini con una pistola puntata alla testa, moschee bombardate. Sono queste le macabre immagini che i soldati israeliani chiedono di stampare sulle loro magliette. "One shot, two kills" (un colpo, due morti) è invece l'inquietante frase stampata sulla t-shirt di un militare in borghese.
Sopra la scritta, la foto di una donna palestinese incinta, centrata in un mirino. Gli uffici di "Adiv", il negozio di magliette nella zona sud di Tel Aviv, stanno ricevendo un numero crescente di richieste da parte di militari israeliani.

Una maglietta appena uscita dalla stampante è stata prenotata da un cecchino dell'esercito. Sotto la foto del corpo di un bambino palestinese, con accanto la madre in lacrime, campeggia la scritta "Better use Durex" (meglio usare il profilattico).

"Scommetti che sarai violentata?", è la domanda stampata sulla maglia di un altro soldato, accanto all'immagine di una ragazza piena di lividi. Diverse magliette portano la scritta "confirming the kill" (verifica di aver ucciso), con l'invito a sparare un colpo di pistola alla testa alle proprie vittime. Su altre t-shirt, le immagini di moschee bombardate. Poi, cadaveri e devastazioni.

E' già la seconda volta in una settimana che l'esercito israeliano finisce nella bufera. Giovedì scorso, sempre il quotidiano Haaretz, ha sostenuto che le forze armate israeliane durante l'offensiva nelle Striscia hanno ucciso "civili palestinesi grazie a regole di ingaggio tolleranti" e "distrutto deliberatamente le loro proprietà". L'inchiesta si basava sulle testimonianze di alcuni soldati che parteciparono all'operazione Piombo Fuso.

Uno dei militari di Tsahal aveva raccontato di una donna e dei suoi figli uccisi per errore da un cecchino che, per un difetto di comunicazione, non era stato informato in tempo che le vittime erano state autorizzate a uscire dalla casa nella quale erano state chiuse da giorni. In un altro caso, "il comandante di una compagnia ordinò di sparare a un'anziana donna palestinese" che morì sul colpo. La sua unica colpa, scriveva Haaretz, era stata quella di camminare "a 100 metri da una casa dove i soldati (israeliani) avevano installato il loro comando". Già allora un portavoce dell'esercito aveva annunciato l'apertura di un'inchiesta.

21/03/09

Baghdad, già dimenticata?

Tratto da http://latorredibabele.blog.rai.it, il blog di Pino Scaccia

Frastornati dalla schizofrenia di un’informazione che ormai passa disinvoltamente da un evento all’altro, ci siamo un pò tutti dimenticati dell’Iraq. Per tanto tempo abbiamo trepidato, era al centro assoluto dei nostri interessi, dei nostri pensieri e delle nostre paure, sembrava che dovesse cambiare il mondo, invece adesso sembra che non esista più. Sono passati solo sei anni dall’attacco su Baghdad. Resta la memoria di chi ha vissuto direttamente l’evento. Grazie a quello strano filo che unisce il volo dei gabbiani mi ritrovo qui come compagno di viaggio Enrico Bellano autore delle storiche immagini dei primi bombardamenti. Io quel giorno stavo a Kabul. Ricordo ancora lo sgomento degli afghani. Che le operazioni fossero parallele era evidente. A Baghdad sono arrivato un mese dopo, il 26 aprile, quando ancora Bush non aveva dichiarato finita (!) la guerra. Migliaia di morti dopo, gli americani hanno di fatto mollato la presa, decisione inevitabile ma clamorosa ammissione di una sconfitta: militare ma soprattutto politica. Hanno tolto il tappo al Grande Islam e ora ci ritroviamo in pieno conflitto globale, alle soglie di una guerra santa. Rileggendo i post in diretta di allora mi rendo conto che il tunnel era ampiamente previsto da tutti gli osservatori. Sotto la statua di Saddam quell’invito, immediato: “go home” , tanto per chiarire che non sarebbe stato facile per i “liberatori”. Dopo quella volta, sono stato altre sei volte in Iraq, come dire sei mesi, e ogni volta è stata una salita. Dai tour per tutto il Paese, da Bassora a Tikrit, a chiusura rigorosa dentro il bunker. Quanti ricordi, quanti amici. Mahdi, che adesso sta a Stoccolma, Louai che ancora sta (male) a Baghdad. E poi i ragazzini, la Croce Rossa, i carabinieri. Per non dire di Enzone che purtroppo lì è rimasto per sempre. Come fai a dimenticare l’Iraq? La terra della Torre di Babele.

Baghdad, aprile 2003. La luna di Baghdad è diversa da tutte le altre perchè non è una luna, sono due. Accanto alla solita luna ce n’è un’altra, di colore rosso. E’ il fuoco perenne della raffineria di Al Dhora, un pò simbolica perchè rappresenta forse i motivi della guerra. La seconda luna sta sempre lì, accanto alla luna vera e illumina (e angoscia) le nostri notti. Nei momenti più brutti chiudo le tendine. E’ un gesto istintivo. Non so se lo faccio per nascondermi o per nascondere quello che succede fuori. (…) In una notte di luna ho conosciuto Baldoni, l’unica volta in cui non ho chiuso la tendina, ma sono sceso sotto a vedere l’effetto della botta. Per me era una bomba, per lui una rosa scarlatta.

Napoli, Don Luigi Ciotti in corteo con chi agevola la camorra.

Quanti saranno stati i camorristi presenti al corteo contro la camorra organizzato a Napoli da Don Luigi Ciotti? Non possiamo sostenere un numero con certezza, però sappiamo che al corteo c'erano molti politici, i quali - in provincia di Napoli - quando non sono loro stessi dei camorristi, non disdegnano i voti della camorra. Quest'oggi, sul palco, accanto a Don Luigi Ciotti, c'era addirittura Antonio Bassolino, sotto il regno del quale la camorra ha sempre fatto affari d'oro nella sanità, nella spazzatura, negli appalti e nelle assunzioni. A sfilare c'era anche il verde Dino Di Palma, l'incauto presidente della provincia, e Rosetta Iervolino, la sindacessa. Chissà, magari, se metà della sua giunta non fosse stata soggetta agli arresti domiciliari, ci sarebbero stati anche i suoi assessori...

18/03/09

A Napoli i comunisti pensano solo alla droga.


Questo pomeriggio alcuni bravi dei centri sociali hanno attuato una "mirabile" azione di impatto "sociale" piantando - indisturbati! - nei giardini di piazza Municipio ed in quelli di piazzetta Giusso (Università Orientale) alcune piante di marijuana. Nessuno dei numerosi vigili nè degli agenti di polizia presenti hanno ritenuto opportuno intervenire. Chissà, forse perchè operando nei pressi del comune di Napoli di tossici ne vedono passare in continuazione...

16/03/09

Oggi è lunedì e a Portici non si lavora.

Trentotto dipendenti del Comune di Portici sono stati sottoposti alla misura coercitiva degli arresti domiciliari per assenteismo, mentre ad altri 20 è stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini (ex art 415bis c.p.p) perchè ritenuti degli assenteisti non abituali e per il quali non c'erano le condizioni per adottare altre misure cautelari. In tutto fa 58 su un totale di 70 dipendenti che lavorano negli uffici distaccati del comune, praticamente 5 su 6.

Il sindaco del comune vesuviano, tal Vincenzo Cuomo del PD, si è complimentato per l'operazione attuata dalla polizia giudiziaria perchè, evidentemente, crede di essere il sindaco di Bolzano o di una metropoli incontrollabile dai confini sterminati. Lui, il sindaco, non poteva sapere che la quasi totalità dei dipendenti del suo comune organizzavano, durante l'orario di lavoro, tornei di briscola a casa. No, lui non poteva. Magari perchè troppo indaffarato a risolvere i problemi della ridente cittadina svizzera che amministra o perchè non gli saranno mai giunte le lamentele di contribuenti giudiziosi che non hanno mai ricevuto un servizio per il quale pagano le tasse. I dipedenti coinvolti, ci crediamo, avranno sicuramente vinto un concorso pubblico per essere assunti e non avranno mai ricevuto una spintarella da qualche portatore sano di voti o da un boss della mala locale. Tra gli uffici coinvolti nelle indagini c'è anche quello per i tributi ed è tragicomico che, in una regione in cui la Tarsu e l'Ici - così come tutte le altre imposte applicate dagli enti locali (benzina e bollo auto comprese) si pagano più del doppio che altrove senza nemmeno ricevere un servizio efficiente, il cittadino debba mantenere anche dei parassiti buoni solo a succhiare lo stipendio.

La situazione di Portici non è isolata, ma è comune ad ampi settori della pubblica amministrazione grazie al comportamento omertoso dei cittadini che, pur di non "guastare i loro rapporti personali", fingono di non vedere ciò che danneggia la comunità tutta. Infatti nei comuni medio-piccoli il fenomeno dell'assenteismo, benchè sia più facilmente monitorabile, è ancora più diffuso proprio perchè le persone preferiscono avere un nemico in meno piuttosto che un servizio dovuto in più.

E' solo una questione di mentalità: nel mondo civilizzato "la filosofia del tiramm a campare" non è molto condivisa e chi non produce viene licenziato in tronco senza tanti complimenti. Nelle Italie, invece, si aprono tante indagini ma non si adottano mai i provvedimenti necessari per porre rimedio al malcostume con l'unica conseguenza che gli unici a vedersi ingrossare il fegato sono i soliti fessi che lavorano anche per mantenere i parassiti.

Non sarà di certo Brunetta, il cui egocentrismo è inversamente proporzionale alla sua altezza, a fornirci la panacea di tutti i mali nè le sue proposte stravaganti ed offensive(come quella di introdurre i tornelli anche per i magistrati), ma è la mentalità di una popolazione pigra e priva di morale che va cambiata. Come? Con dei cittadini che sappiano pretendere ciò che gli è dovuto, magari filmando chi, durante l'orario di lavoro, se ne va a spasso.

15/03/09

Se la manifestazione contro la camorra è autorizzata dalla camorra stessa.


Sabato prossimo Libera, l'associazione costituita da Don Luigi CIOTTI, manifesterà a Napoli contro le mafie con il patrocinio della regione Campania e del comune di Napoli, due istituzioni all'interno delle quali diversi componenti dovranno difendersi dai capi di imputazione di associazione per delinquere, corruzione e concussione. A tal proposito, la freddura più immediata è che, probabilmente, il patrocinio sarebbe stato meglio averlo direttamente dai clan camorristici interessati con la benedizione di Raffaele Cutol0. Perchè che si manifesti contro la mafia e poi si chieda il patrocinio di due istituzioni molto chiacchierate significa voler prendere in giro chi a queste iniziative ci crede e ottenere l'effetto contrario a quello voluto.

Nel video riportato (minuto 3.30) Vittoria Mariani, una delle anime di Insorgenza Civile, lo dice senza nascondersi: "noi abbiamo ancora un camorrista che siede sulla poltrona di governatore della Campania".

Ha senso,quindi, chiedere l'autorizzazione a Bassolino per manifestare contro tutto ciò che egli incarna?

E' un paradosso zenoniano come quello che ci ha regalato Bassolino facendo costituire parte civile la Regione che egli tiranneggia nel processo in cui egli stesso è imputato per truffa aggravata ai danni dello stato.

13/03/09

Nessuno vuol fare il pm in Sicilia!

Nessuno, o quasi, vuole andare a fare il pubblico ministero in Sicilia. Nella terra dove sono morti ammazzati dalla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il concorso per coprire 55 posti di sostituto vacanti in quattordici Procure è stato un insuccesso totale. Si sono fatti avanti appena quattro magistrati: tre per Palermo, uno per Catania. «Un disastro dalle tante e profonde ragioni», commenta Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. A gennaio il Csm ha bandito un concorso per 205 posti vacanti in 97 diversi uffici, un quarto dei quali è scoperto nella sola Sicilia. I risultati sono stati deludenti per la regione, per il Sud in generale, ma anche per alcune sedi del centro e del Nord. Le ragioni sono note e, per la Sicilia si aggravano: oltre all'esposizione di chi fa il magistrato lì, distanza e difficoltà nei collegamenti con il resto della nazione scoraggiano i trasferimenti.

C'è poi il fatto che coloro che ora fanno i giudici non sono propensi a diventare pm perché in caso di ripensamento non possono tornare sui propri passi se non dopo cinque anni trascorsi in una regione diversa da quella di provenienza professionale e talvolta neppure confinante. Nello sconsigliare i movimenti, giocano un ruolo decisivo anche la carenza di mezzi tecnici e investigativi in molte aree del Sud e la norma che impedisce di lavorare in Procura ai magistrati di prima nomina, un tempo vero bacino in cui le Procure delle Meridione traevano linfa vitale. Molti, infine, restano alla finestra in attesa di capire fino a che punto la politica arriverà nei progetti di separazione delle carriere e di riforma della figura del pm e degli strumenti di indagine.

La conseguenza è che per i 12 posti di Palermo si sono fatti avanti in 23, ma 20 magistrati si sono ritirati all'ultimo momento dopo aver «saggiato» posizione e punteggio personale, mentre a Catania un solo posto su 7 è stato coperto e ritirate ben 11 domande. Per gli altri 12 uffici è stato il vuoto pneumatico. Non è arrivata neppure una domanda, zero. Secondo dati non ufficiali, resteranno senza titolare 7 posti a Caltanissetta, 6 a Trapani, 4 a Gela e Ragusa, 3 ad Enna, Marsala e Termini Imerese (dove, dopo il trasferimento a Palermo di due pm, rimangono solo il procuratore e un sostituto), due ad Agrigento e Nicosia, e uno a Barcellona Pozzo di Gotto, Sciacca e alla Procura dei minori di Caltanissetta. «Numeri drammatici. Scontiamo gli attacchi al pm e il fatto che in questo momento la sorte di questa figura non è chiara», conferma Palamara che con la giunta dell'Associazione ha partecipato nei giorni scorsi in Sicilia a un'assemblea dei magistrati della regione dopo la quale è stato mandato al Csm un documento con una piattaforma di proposte. Resta che «in zone a forte presenza della criminalità organizzata — denuncia — ci sono Procure che rischiano la chiusura per mancanza di magistrati».

Una «emergenza gravissima» contro la quale rischiano di essere inutili gli incentivi (2.500 euro al mese per 4 anni) previsti nel prossimo concorso per 100 Procure le quali, proprio perché non ambite, ora diventeranno sedi disagiate. Ma per il presidente dell'Anm gli incentivi dovrebbero andare «anche a chi resta lì a lavorare nei sacrifici». Dei tre nuovi pm palermitani, l'unico ad arrivare da fuori regione è Alessandra Cerreti, che è anche uno dei soli tre giudici in Italia che in questo giro sono diventati pm. Gip a Milano, lunga esperienza in tribunale in processi di criminalità organizzata ed economica e di terrorismo internazionale, prima di trasferirsi a Palermo andrà anche in applicazione per 6 mesi a Reggio Calabria dove la forte carenza di giudici ha causato di recente alcune scarcerazioni. Non è la nostalgia a farla tornare nella sua terra (è messinese), ma, dice, lo «spirito di servizio e una sorta di dovere morale nei confronti di uffici giudiziari particolarmente esposti, in cui i colleghi sono costretti a operare in situazione di difficoltà».

Giuseppe Guastella

Perchè sono questi i veri camorristi.

05/03/09

Ecco a cosa serve riformare la costituzione.

Concorsi per residenti. Sarà molto difficile, quasi impossibile, in futuro che un giovane residente a Messina possa vincere un concorso per un posto a Milano. E' l'ennesimo emendamento-sorpresa comparso a corredo dell'articolo 37 ed è un'idea della Lega. Stabilisce che d'ora in poi ci sarà una corsia preferenziale, una vera e propria precedenza, nei concorsi pubblici per i residenti della regione dove si svolge il concorso. Una norma su cui pesa in modo palese un vizio di incostituzionalità. La Lega aveva avuto anche un'altra idea: non si doveva tener conto del titolo di studio nella formazione delle graduatorie dei concorsi. Via libera agli asini, o quasi. L'aula l'ha bocciata.

01/03/09

Alla fine ha vinto Povia.


Sarà sicuramente l'unica canzone che del passato festival di Sanremo rimarrà nei ricordi. Perchè, anche quest'ultima, come tutte le altre di Povia, è una canzone bella, originale e riflessiva. Eppure, per una settimana, la sua canzone è stata introdotta freddamente da un presentatore prezzolato e ignorata da un pubblico intimidito da chi ha cercato di trasformare il festival della canzone in un gay pride. Evidentemente perchè Bonolis il pappone lo sa fare molto bene. Infatti,senza che nessuno trovasse qualche differenza, è riuscito a far esibire prima il teologo Benigni e l'occhialuto Grillini contro un concorrente e, dopo, le puttane di playboy con una pornostar di passaggio. Ad un pubblico assuefatto a canzoni pro gay come quelle di Anna Tamarratangelo e Cuozzo D'Alessio non si può chiedere anche di indignarsi. Per questo motivo, per una settimana, Povia ha cantato la sua canzone prendendosi ogni tipo di insulti da stampa, media e colleghi incapaci di scrivere un pezzo decente ma sempre pronti a dire ciò che i poteri forti vogliono. Eppure Povia ha moralmente vinto. E' arrivato secondo, ma sarà ricordato più del primo perchè, oltre ad aver scritto una bella canzone, ha dimostrato che il paese reale è stufo delle filastrocche dei gendarmi del pensiero unico e, per questo, l'ha votato. Chapeau!